Tornano i belgi d'assalto Leng Tch'e, con propositi ben più bellicosi del debut album, e si sente. In realtà si vede anche, l'interno del booklet infatti recita: "Life is eating me from inside, you don't know how much I hate you". In effetti la band si ripresenta con un carico di rabbia che nulla a che vedere con il discreto debutto, in quanto questa volta sembra che si faccia davvero sul serio. Innanzi tutto ci sono molti meno fronzoli e trovate d'effetto, ciò che ne guadagna è la sostanza che è fatta di un grindcore sempre abbastanza ortodosso, per carità, ma molto più dinamico e devastante. In una parola si sono vitaminizzati. Si nota inoltre un più massiccio uso del growling che da una decisa sferzata brutal al sound, pur mantenendosi sempre la proposta nell'alveo del grindcore, vuoi per la struttura dei brani, vuoi per il susseguirsi, senza soluzione di continuità, delle sventagliate di pezzi accecanti e annichilenti che quasi mai arrivano al minuto e mezzo. La prova del batterista è decisamente spaventosa e v’invito ad ascoltare pezzi come "You Fat Prick" e "All Hippies Are Dropouts", pezzi nei quali sembra che qualcuno ci stia crivellando il viso con una m-60. La band, inoltre, stavolta si mette in gioco e non ha paura di suonare qualcosa di più sleazy e iperamplificato come su "Sleazebag" o "Crucial 4 Life". Ottima la doppia prova vocale del growler, già citato, e dell'indemoniato screamer con tanto di croste così sulle corde vocali. I temi poi sono nella più pura tradizione "core", si va dal sociale alla politica passando per la vita di tutti i giorni. Una cosa però i Leng Thc'e tengono a sottolineare, ovvero che sono reali e che ripudiano le altre band con tematiche splatter/gore. Infatti la song "Sick Brutal Gore Bastard [Keep It Fucking Sick"] recita così: "You write that you want to kill somebody, but have you ever really thought about it? I don't think so 'cause you write such stupid infantile lyrics of corpse. Killing someone is not easy as in the movies..." poi prosegue dicendo che porterebbe queste persone faccia a faccia con gente veramente cattiva e poi chiamerebbe un'ambulanza. La prova strumentale è ottima e ci consegna una band che ha spiccato il salto di qualità e che sicuramente può annoverarsi tra le migliori in ambito europeo per qualità ed intensità della proposta. In definitiva un dischetto cattivo e incazzato direttamente uscito dalla fabbrica del dolore. Un piccolo gioiello.
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