Gli
Ilium sono una heavy metal band australiana, nota ai più per la recente collaborazione, che giunge qui al secondo album su cinque, con
Mike DiMeo, già nei Riot e nei Masterplan. Ma questo nuovo “
Genetic Memory”, ve lo confesso, mi ha lasciato la spiacevole sensazione di un disco scialbo e poco coinvolgente, che non fa nulla per farsi ascoltare una seconda volta.
Le tematiche, come sempre in casa Ilium, vanno dalla storia alla mitologia, ma, chiusa la saga
Beowulf (che aveva serpeggiato nei dischi precedenti), la band di
Jason Hodges tenta, anche liricamente, una qualche apertura verso tematiche moderne, come la genetica. Il risultato, ribadisco, non fa che confermare quanto pensavo in passato degli Ilium: una band poco più che inutile, che, pur mettendoci tutta la buona volontà, non riesce mai a sfornare qualcosa di notevole. E, se devo dirla tutta, anche il signor DiMeo ci mette del suo, scimmiottando Dio qua e là (“
Littoria” ne è un chiaro esempio), e tentando la rincorsa all’acuto che non ha, con una prestazione che, personalmente, non metterei tra le mie migliori di sempre.
Un album stantio e poco motivante, dunque, che lascia agli Ilium la sola “soddisfazione” dell’ennesima copertina orrenda, ottima per fare il paio con il logo della band.
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