Espressione di Sbranf al primo ascolto:
Espressione di Sbranf al decimo ascolto:
In mezzo, un album, il secondo della "metal opera" a nome
Timone Tolkki, uno dei nomi più noti, discussi, perculeggiati, amati, sopra- e sottovalutati della scena power metal degli ultimi 25 anni.
Non starò qui a raccontarvi del "glorioso" passato del grande Tolkki, delle sue clamorose cadute di stile, delle sue farneticazioni al limite della psicopatologia e di tutto il resto; ormai, di queste cose ne sapete più di me. Il nuovo secondo album dei suoi
Avalon, però, è quello di cui si disquisisce qui. E da disquisire ne avrei, ma ne avrei....
Per farla breve. Recuperata la formazione degli Strato originali, Timo si costruisce un altro bel cast, poggiante principalmente su
Fabiuccio Lione e su
Floor Jansen, ma con una pletora di "comprimari" di prim'ordine, e via che si parte. Inizia propio Fabio, con una intro a cappella, che setta il mood del successivo (e interessante) "
Jerusalem is Falling". Le prime cose che ti saltano all'orecchio: ma non potevano mixarlo e masterizzarlo, prima di farlo girare??? La voce di Fabio è piatta come una tavola, il rullante triggerato che non s'affronta, il solito suono di chitarra da Pod... non lo so. Ma fosse questo il problema....
L'album sarà un continuo rincorrersi tra brani di una bruttezza epocale e roba carina ma poco più. Nella prima categoria, a pari merito, mi sento di inserire "
Rise of the 4th Reich", con una prova im-ba-raz-zan-te di DeFeis, "
Stargate Atlantis", con forse il peggior Lione degli ultimi anni (e non è colpa sua, come si può mixare così una voce su un brano metal, sembra tirata su con la fionda, ma fagli fare la seconda take, porca miseria!), l'accoppiata finale tutta al femminile "
High Above me"/"
Angels of the Apocalypse", due brani sconclusionati, fintamente pomposi e senza uno straccio di ispirazione. Si salvano giusto "
Neon Sirens" (dove c'è Zack Stevens c'è casa), la carina "
The Paradise Lost" (Floor è brava, il brano appena sufficiente), e poco altro.
E non vi ho parlato dei testi. E non ve ne parlo, imbarazzanti.
Vabbé. A me, sinceramente, di sentire tutta sta massa di super nomi insieme a tentare di far suonare la fuffa di Timo mi fa quasi rabbia. Poi oh, "
i gusti sono gusti", come disse il mio gatto leccandosi il cu*o.