Il mistero si infittisce.
Quarto album per gli
Excelsis, che anche con "The Legacy Of Sempach" devono ricorrere all'autoproduzìone, appoggiandosi poi alla Aurora Music per la sola distribuzione. Certo che "
autoproduzione" non è proprio il termine ideale per descrivere questo album.
Il booklet è curato sia graficamente sia per i suoi contenuti, ed il gruppo svizzero non si è risparmiato nemmeno per la parte musicale, con la masterizzazione finale effettuata ai Finnvox Studios.
A questo si devono poi aggiungere tutti gli altri trademark degli Excelsis, dagli evidenti sforzi effettuati a livello lirico, alla capacità di unire una marcata componente folk ad un substrato legato al power di estrazione teutonica.
Il primo nome che viene in mente è quello dei Blind Guardian, un paragone sostenuto anche dall'approccio vocale di Münggu Beyeler, che ha parecchio in comune con quella di Hansi Kürsch, sopratutto con quello più grezzo dei primi albums.
Se in precedenza per l'aspetto lirico si erano incentrati su diversi personaggi storici, per l'occasione hanno realizzato un concept sulla battaglia di Sempach, avvenuta nel 1386. Un campo di battaglia sul quale veniamo trasportati da una macchina del tempo ("Travelling to the Past") e che gli Excelsis sono stati in grado di ricreare nelle proprie canzoni: i combattimenti... l'esortazione alla battaglia... i dubbi ed i timori dei guerrieri...
Musicalmente ci troviamo il più delle volte di fronte a dei mid tempo, che fanno un gran sfoggio di cori e di parti acustiche, break improvvisi e cambi di tempo. Non manca qualche brusca accelerazione (come su "Travelling to the Past" o "We Are Kings") ma senza arrivare mai a rinunciare alla melodia e sopratutto alla componente mediovaleggiante, sottolineata dall'utilizzo di alcuni strumenti del folklore svizzero e da diverse parti cantate in tedesco.
Gli Excelsis mi sembrano in grado di catturare l'attenzione dei fans dell'Epic Metal, dai Manilla Road sino ai DoomSword passando per gli Omen, ed anche da coloro che apprezzano gli Skyclad, i già citati Blind Guardian ed i Grave Digger più epici.
In chiusura del disco, come consuetudine per questi svizzeri, troviamo un pezzo che nulla ha a che vedere con quanto ascoltato fino a questo momento: "Dr. Frosch" è, infatti, una canzone spiritosa che ha assolutamente nulla dei toni epici e battaglieri ascoltati in precedenza.
E' ovviamente un episodio a se, ed è altrettanto evidente come "The Legacy Of Sempach" raggiunga (e probabilmente superi) i livelli qualitativi di "Tales of Tell".
Eppure mi piacerebbe vederli all'opera con il sostegno di una label di primo piano.
Stupirebbero non poca gente.
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