Copertina 8

Info

Genere:Prog Rock
Anno di uscita:2016
Durata:57 min.
Etichetta:Nuclear Blast

Tracklist

  1. PERSEPHONE
  2. SORCERESS
  3. THE WILDE FLOWERS
  4. WILL O THE WISP
  5. CHRYSALIS
  6. SORCERESS 2
  7. THE SEVENTH SOJOURN
  8. STRANGE BREW
  9. A FLEETING GLANCE
  10. ERA
  11. PERSEPHONE (SLIGHT RETURN)

Line up

  • Mikael Åkerfeldt: vocals, guitars
  • Fredrik Åkesson: guitars
  • Martin Mendez: bass
  • Martin Axenrot: drums
  • Joakim Svalberg: keys

Voto medio utenti

AVVERTENZE
Non usare per trattamenti protratti. Dopo breve periodo di trattamento senza risultati apprezzabili, consultare Gianluca Grazioli. Poiché, in qualche soggetto dai gusti estremi, il prodotto potrebbe causare una leggera spossatezza e sonnolenza si consiglia particolare attenzione nella guida di veicoli e nella manovra di macchinari.

EFFETTI INDESIDERATI
Raramente segnalati nausea e altri lievi disturbi gastrointestinali, spossatezza e/o astenia, sonnolenza, torpore, cefalea e vertigini. In tali casi interrompere il trattamento e consultare Gianluca Grazioli per istituire idonea terapia (uno/due ascolti di "Ghost Reveries" potrebbero essere sufficienti).


Una piccola premessa scherzosa per lanciare un messaggio semplice e chiaro: nostalgici degli Opeth "che furono" state pure alla larga da questo (notevolissimo) "Sorceress". La band svedese, oggettivamente, non ha più nulla a che fare con la scena estrema che ha contraddistinto le sonorità dei suoi esordi discografici. C'è chi l'ha capito e l'ha apprezzato (penso di far parte di questa categoria) e chi non se ne farà mai una ragione (molti miei colleghi che, anche nel recente passato, non hanno perdonato a Mikael Akerfeldt e soci le nuove scelte stilistiche).

Quello che è certo è che al leader scandinavo di quello che pensano gli altri non gliene frega proprio una mazza, e va avanti per la sua strada più convinto che mai. Il cambio di label (da Roadrunner a Nuclear Blast) poco conta dato che, di fatto, l'etichetta teutonica altro non fa che distribuire l'album prodotto dalla casa discografica creata dalla band stessa (la Moderbolaget Records).

Se "Pale Communion" aveva messo meglio a fuoco le intuizioni dei "nuovi" Opeth di "Heritage", "Sorceress" punta ancora più in alto, allargando lo spettro delle fonti da cui attingere per la composizione dei nuovi brani.

L'inizio è in punta di piedi: le chitarre acustiche, il mellotron e la voce recitante di "Persephone", preludono a "Sorceress", traccia che avevamo già apprezzato ma che mi aveva un po' disorientato. Suoni caldissimi, chitarre di memoria sabbathiana e un Mikael Akerfeldt incisivo e in grande spolvero sono segnali inequivocabili della piega che prenderà da qui a poco il full-length. La coda strumentale (un po' debole) della titletrack sfuma in "The Wilde Flowers", brano che rielabora le melodie tipiche della "Scuola di Canterbury" (del resto il titolo lascia poco spazio alla fantasia, rimando a Wikipedia per approfondimenti) in salsa heavy, con un finale fortemente debitore del nostro prog italiano più roccioso (penso a Museo Rosenbach, band di cui Akerfeldt ha la maglietta in tutti i trailer dell'album, e Balletto di Bronzo). "Will O The Wisp" sembra essere uscita direttamente da "Aqualung" o da "Thick As A Brick", tanto ricorda il sound della band di Ian Anderson (e in questo sta forse il suo unico limite oggettivo dato che, in sé, la traccia scorre che è un piacere). "Chrysalis" (che è stata anche un'etichetta di prog inglese tra le più rinomate e prolifiche, ndr) torna in territori heavy a cavallo tra Rainbow e Uriah Heep, con uno splendido duello Hammond/chitarra a impreziosire il tutto. Le sonorità morbide di "Sorceress 2" ricalcano quanto ascoltato in "Persephone" e anticipano un'altra splendida composizione, la strumentale (almeno in buona parte) e orientaleggiante "The Seventh Sojourn" (omaggio ai Moody Blues? mah..) che vede la partecipazione di Wil Malone (Black Sabbath tra gli altri) in veste di arrangiatore/orchestratore. "Strange Brew" è forse il brano più elaborato del lotto, dove convivono pacificamente atmosfere alla "The Lamb Lies Down On Broadway", hard-prog di scuola Goblin/The Trip e una spruzzata di blues. Discorso simile si può fare per "A Fleeting Glance", a base di atmosfere medievaleggianti, melodie beatlesiane, aperture alla Wishbone Ash e unisoni sincopati tipicamente opethiani. "Era" è tra gli episodi più spinti (con tanto di inaspettati accenni di doppia cassa), e gli arrangiamenti vocali ricordano una volta di più Uriah Heep e simili. "Persephone (Slight Return)" altro non è che la coda di "Era", un minuto di pianoforte filtrato e voce recitante a chiudere definitivamente il sipario.

Mi spiace per i detrattori più accaniti, ma artisticamente parlando questi cinque ragazzi si sono dimostrati nuovamente dei finissimi rilettori di musica d'altri tempi "a rischio estinzione". Sarò sincero, non ci avrei scommesso un euro ma per quanto mi riguarda gli Opeth hanno fatto centro ancora una volta.
Recensione a cura di Gabriele Marangoni

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Ultimi commenti dei lettori

Inserito il 29 set 2016 alle 16:04

Grazzino, a me di Morningrise piace la malinconia di fondo, di cui è intriso il suono delle chitarre. Da lì in poi, li trovo noiosi, semplicemente, death o non death, originale o riciclato, nuovo o vecchio che sia.

Inserito il 29 set 2016 alle 09:46

a me non piacciono nemmeno i primi due...sempre trovati sopravvalutati e mai concepito la spiegazione dei loro fan "mi piacciono le canzoni perchè aspetto il chorus melodico e la voce pulita..." ma porca mignotta ma allora non ascoltare death metal! :D probabilmente mi piacerebbe più sorceress di morningrise... damnation ad esempio non era male Sul fatto che siano sopravvalutati non c'è dubbio! Dire che sono sopravvalutati, secondo me, è davvero un po' troppo forte. Premetto di non apprezzare la loro ultima evoluzione 70's che trovo eccessivamente forzata, ciò non toglie il fatto che abbiano scritto alcuni dei dischi più belli e interessanti che io abbia mai ascoltato; su tutti Still Life e Black water Park. In quei dischi l'aspetto estremo e quelli più prog e melodici si fondevano alla perfezione dando vita a qualcosa di particolarissimo e assolutamente espressivo. Il fatto che poi qualcuno ascolti della musica per poterne apprezzare solo alcuni momenti, lascia stranito pure me ;)

Inserito il 28 set 2016 alle 19:49

a me non piacciono nemmeno i primi due...sempre trovati sopravvalutati e mai concepito la spiegazione dei loro fan "mi piacciono le canzoni perchè aspetto il chorus melodico e la voce pulita..." ma porca mignotta ma allora non ascoltare death metal! :D probabilmente mi piacerebbe più sorceress di morningrise... damnation ad esempio non era male Sul fatto che siano sopravvalutati non c'è dubbio!

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