Le complesse strutture del prog metal abbinate alla potenza dirompente del power thrash scandita da una massiccia presenza di chitarre: a 3 anni dal precedente "Summoning" gli americani Twelfth Gate si ripresentano con il valore aggiunto del secondo chitarrista Jim Stopper ed una maturità stilistica che li porta ad avventurarsi in territori come l'heavy dark (presente nella prima parte di "Inner circle", in cui fa capolino anche il controcanto femminile di Kristen Elane) e l'intimità acustica corale della brevissima "Face within a face". Il cantato di Huffman è strepitoso nel seguire le scorribande ritmiche intricate ed aggressive che non ci risparmiano retaggi dai Priest di "Painkiller", dai Metallica di "And Justice for All", Nevermore e Fates Warning (quelli di "X"), ma qui viene il bello perchè a poche settimane dall'uscita di "Threshold of Revelation" il valido singer lascia la band per "divergenze creative createsi tra i membri del gruppo" e meglio spiegate con la realizzazione di un progetto personale (i Mindwarp Chambeer), la band ha già trovato il rimpiazzo in Brent Erickson, pronto al debutto casalingo di maggio al "Chicago powerfest" con un bill che prevede anche i nostri Eldritch, Ion Vein, Morgana Lefay.
Se vi piace l'heavy prog tecnico ma soprattutto potente di Death e Nevermore difficilmente rimarrete delusi da "Threshold of Revelation".
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