Questi sono i dischi per cui ringrazio Dio di essere un fan di heavy metal. E soprattutto di non avere mai smesso di ascoltarlo, neanche dopo le continue delusioni offerte dalle band storiche e dalla scarsità di nuove proposte. Già, fa bene non perdere la speranza, perché quando uno ha talento le cose vengono fuori, come i nostri Domine brillantemente ci hanno dimostrato nel corso degli anni. Avevano espresso tutto il loro potenziale già in passato, specialmente con i due dischi precedenti, “Stormbringer ruler” ed “Emperor of the black runes”, due piccoli gioiellini dell’epic metal europeo.
Già, ma chi l’avrebbe mai detto che all’interno di un genere così stereotipato, così raramente restio a varianti e sperimentazioni, sarebbe venuto fuori uno di quei dischi che potrebbero essere in grado di rivitalizzare questa musica? “Ancient spirit rising” è infatti prima di tutto un disco metal dall’altissimo potenziale: brani come “The messenger”, “Tempest calling”, “I stand alone”, “On the wings of the firebird”, sono assolutamente superlativi, ad un livello che non si era mai visto all’interno di un precedente disco della band. Per la prima volta Enrico Paoli e soci sono riusciti a combinare in maniera perfetta bellezza delle melodie, potenza di chitarre e sezione ritmica, unite ad una produzione stellare, ma le sorprese non sono certo finite qui. L’ascolto delle due suite, “The lady of Shalott” e la title track, rivelano un mondo perduto di influenze disparate, in cui le sonorità di Kansas, Queen, Thin Lizzy si mescolano al folk acustico e al consueto epic metal della band in maniera del tutto inedita. Non si scoraggino i defender vecchio stampo: la cornice all’interno della quale si sviluppano questi pezzi è quella epica a sontuosa che tutti conosciamo, anche se per una volta c’è una componente solare e maggiormente aperta, un desiderio di allargare gli orizzonti che renderà il tutto apprezzabile anche a gente avvezza a ben altro. La voglia di riscoprire le proprie radici è forte anche in episodi più concentrati quali “Sky rider” (grandioso il ritornello in pieno stile sigla da cartoni animati, sono sicuro che diventerà un vero must dal vivo!) e la meravigliosa ballata “Another time, another place, another space”, durante la quale la prestazione di Morby (per la verità sempre stratosferica) rasenta quasi la perfezione, con il cantante che si cimenta con cose piuttosto diverse dal suo solito stile.
Chiude la marcia epica e trionfante di “How the mighty have fallen”, un brano più tipicamente in stile Domine, anche se con un feeling maggiormente progressivo.
Non nascondo di non essere mai stato un grande fan della band toscana, ma questa volta devo proprio ricredermi: da tempo non mi capitava di sentire un album che fosse così elaborato e ricco di influenze, e suonasse nello stesso tempo così fresco ed immediato.
Già, perché “Ancient spirit rising” è un disco dall’appeal assoluto, costruito sulla passione per la musica che da sempre anima i fratelli Paoli e i loro compagni di avventura, e sulla loro voglia di far sapere a tutti grazie a chi hanno cominciato. Vi prego, compratelo tutti: non solo per ripeterci ancora quanto sono belli il rock e l’heavy metal, ma anche per rivolgere lo sguardo (e le orecchie!) a tutti quei gruppi meravigliosi che hanno contribuito a renderli così… Grazie ragazzi, vi dobbiamo proprio un favore!
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