La
Dying Victims Productions è ormai diventata sinonimo di garanzia, quando mi capitano tra le mani le sue pubblicazioni sono quasi sicuro di avere a che fare con una ottima giovane band e che il disco in questione accontenti le mie aspettative. I
Farscape, invece, sono la classica eccezione che conferma la regola, in quanto “
Purged and forgotten” delude su tutti i fronti.
Il quarto album in studio dei carioca è la classica dimostrazione che per tirar fuori un buon disco di old school thrash metal non basta spingere ciecamente sull’acceleratore e vestire denim and leather, una buona base di partenza serve a prescindere. In questo caso, invece, c’è solo tanta violenza fine a sé stessa, ma enormi carenze a livello compositivo.
Se da una parte troviamo un buon lavoro a livello di riffing, con le chitarre impegnate in riff abbastanza articolati e convincenti, dall’altra, a svilire quanto di buono fatto dalle due asce, troviamo la voce di
Witchcaptor, incredibilmente monocorde e che ci presenta linee melodiche davvero basic, e la batteria di
Skullcrusher, che evidentemente ha applicato un po’ troppo alla lettera la legge che vede i tupa-tupa come ritmo perfetto per il thrash, visto che per tutta la durata del disco non fa un cambio di tempo che sia uno, un fill che sia degno di nota, non trova una soluzione ritmica alternativa neanche a pagarlo, col risultato che sembra di ascoltare un unico brano di 37 minuti!
Sinceramente a questo punto direi che è del tutto inutile andare più a fondo nella disanima dei brani, in quanto penso di aver perfettamente riassunto quali sono i punti a favore (pochissimi) e a sfavore (la maggior parte) dei
Farscape. Sinceramente da una band che è in giro dal 1998 e che è giunta al quarto album in studio mi sarei aspettato molto di più, invece il risultato finale è altamente deludente. Proprio in questi giorni mi è capitato di recensire o ascoltare tantissime band emergenti che propongono un thrash metal potente e vario (Critical Defiance, Amorphia, Tyranex, giusto per fare qualche nome), non vedo per quale motivo, con tanto ben di dio in giro, debba caldeggiare l’ascolto dei
Farscape. Non me ne vogliamo, ma non ci siamo proprio…
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