“We are Motorhead – we play rock’n’roll”. Con questa frase Lemmy e compagni si presentano sul palco, ed è la definizione più chiara e semplice di una band entrata di diritto tra le leggende del rock.
Trent’anni di vita, di musica, di successi e di eccessi, passati imperterriti ed inaffondabili attraverso il tempo e le mode, glorificati anche negli angoli più sperduti del mondo, per i Motorhead l’imperativo è sempre stato uno solo: suonare il rock’n’roll, punto e basta.
Questo lo hanno fatto sempre con passione e coerenza, onesti con sé stessi e verso i milioni di fans di ogni generazione ed orientamento musicale. Pesanti, duri e rumorosi, agli esordi con qualche reminiscenza dell’era Hawkwind del buon Kilmister, oggi solidamente metallici, ma sempre e comunque heavy come hanno insegnato ad intere legioni di discepoli. Magari per qualcuno sono rimasti troppo legati al loro schema iniziale, senza mai azzardare soluzioni differenti, ma anche i più spietati detrattori non potranno negare che i Motorhead hanno sempre presentato lavori di ottimo livello, con scivolate davvero minime in rapporto alla quantità delle realizzazioni.
Adesso è periodo di festeggiamenti, con il gruppo che si avvia a superare il terzo decennio di attività, così viene pubblicato un doppio dvd allo scopo di riassumere nei limiti del possibile tale smisurata carriera, omaggiando gli appassionati grazie ad un’opera di qualità certamente superiore alla media.
Il primo disco contiene la registrazione del concerto svoltosi a Dusseldorf nel dicembre 2004, venti canzoni per cercare di coprire le varie fasi di vita dei Motorhead. Dai brani storici ed ormai immortali quali “Ace of spades”, “Overkill”, “No class”, al ripescaggio di gemme altrettanto brillanti ma meno celebrate come “Metropolis” o “Love me like a reptile”, fino alla produzione più recente popolare tra i giovanissimi, passando anche per il controverso “Another perfect day”, forse il disco meno amato di questa grande formazione. Certo ognuno avrebbe modificato la scaletta togliendo ed aggiungendo secondo i propri gusti, ma la selezione è stata calibrata per soddisfare le varie anime del popolo dei Motorhead e risulta sufficentemente varia ed equilibrata.
Le immagini sono eccellenti, il regista Sven Offen si è avvalso di oltre venti telecamere per sfruttare ogni angolazione possibile, grandiosi i giochi di luce sul palco e nel montaggio finale sono stati aggiunti particolari effetti dinamici. Costante dei video metal, il cambio delle inquadrature è fin troppo vorticoso e schizofrenico, come fa notare lo stesso Lemmy nel commento, ma è un particolare che forse riguarda solo gli spettatori più datati come il sottoscritto.
Intorno al concerto ruota una mole imponente di altro materiale: interviste ai musicisti, un documentario che illustra l’enorme lavoro, l’atmosfera ed i personaggi che si celano dietro ad un gruppo di questo calibro, una sezione multimediale con discografia, sfondi per pc, suonerie per cellulari, ed altre sorprese da scoprire nell’arco delle quattro ore di durata complessiva.
Pur non essendo un fanatico della musica in video ritengo che questo lavoro, per spessore ed importanza documentaristica, debba far parte di ogni collezione metal di prestigio.
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