Se è impossibile stabilire un punto esatto di partenza del thrash metal, è altresì arduo, se non anche abbastanza inutile, stabilire un’esatta sequenza cronologica tra le band che negli States portarono il genere all’altare indicando con precisione massima chi venne prima di altri; già, perché se a molti per esempio i Testament potrebbero sembrare una band della seconda ondata, dato che il primo album “The Legacy” risale al 1987, in realtà occorre sottolineare come un così tardivo debutto sia stato causato da una serie di disavventure che impedirono alla band californiana di irrompere presto sul mercato, un po’ come accadde anche per gli Exodus. I Testament, infatti, vantano una storia che ha poco o nulla da invidiare a Metallica e compagni: nati come Legacy nel 1983 per mano di Eric Peterson e del cugino Derrik Ramìrez, trovarono il proprio primo singer nella persona di Steve Souza, in arte “Zetro”, che resterà con la band fino al 1986 per poi prendere il posto di Paul Baloff negli Exodus. Ho chiamato in causa solamente uno degli esempi più eclatanti di gruppi che per motivi interni, instabilità di line-up, o problemi economici dell’etichetta (come nel caso degli Exodus) giunsero solo tardivamente all’uscita su vinile, cosa che portò molti ad attribuire i meriti della nascita del filone thrash solamente ai Metallica e, in parte, ai Megadeth, vista la presenza dell’ex-chitarrista dei Metallica Dave Mustaine. Quello che è fuor d’ogni dubbio è che per tutti gli ’80 dalla Bay Area di San Francisco continuarono ad uscire thrash band destinate a lasciare un segno indelebile nella storia del metal. Per quanto riguarda la seconda metà degli anni ’80, è come minimo doveroso segnalare gli Heathen, nati nel 1984 e autori dell’ottimo “Breaking the Silence” (1987), i Flotsam and Jetsam da cui arriverà ai Metallica il bassista Jason Newsted (nati nel 1983 e usciti nel 1986 con “Doomsday for the Deceiver”), i Forbidden di “Forbidden Evil” (1988) e i Vio-lence di “Eternal Nightmare” (1988).
Ma non solo dalla costa Ovest arrivarono i grandi gruppi statunitensi; se il thrash americano è passato alla storia per le band della Bay Area, non da meno fu la zona limitrofa a New York. I già citati Anthrax nacquero nel 1981 proprio a New York, prima di affidarsi nelle mani di Johnny Z. (alias Jon Zazula) della indie Megaforce Records. Proprio da una loro costola nacquero nel 1985 i Nuclear Assault, capitanati da Dan Lilker, il bassista che aveva lasciato la band dopo “Fistful of Metal”, qui affiancato da John Connelly, che fu singer degli Anthrax nel 1981 ancor prima di Neil Turbin. Sempre dalla Grande Mela nacquero gli Overkill, nel 1984, per mano del singer Bobby “Blitz” Ellsworth, anch’essi presi sotto le ali protettrici della Megaforce e lanciati sul mercato con “Feel the Fire” nel 1985. Come nel caso del debutto degli Anthrax siamo però dinnanzi ad un album che forse non si può far nemmeno rientrare appieno nel filone del thrash statunitense, per via dei suoi evidenti spunti di heavy tout-court. Se confrontiamo le uscite della metà ’80 della costa Ovest con quelle della costa Est, prendendo come esempi da una parte “Bonded by Blood” degli Exodus, dall’altra un “Feel the Fire” degli Overkill, non possiamo che notare come il primo sia dannatamente più violento e sconvolgente.