Megadeth - Countdown to Extinction: Live

Copertina 5

Info

Anno di uscita:2013
Durata:80 min.
Etichetta:Tradecraft
Distribuzione:Universal

Tracklist

  1. TRUST
  2. HANGAR 18
  3. PUBLIC ENEMY
  4. SKIN O’ MY TEETH
  5. SYMPHONY OF DESTRUCTION
  6. ARCHITECTURE OF AGGRESSION
  7. FORECLOSURE OF A DREAM
  8. SWEATING BULLETS
  9. THIS WAS MY LIFE
  10. COUNTDOWN TO EXTINCTION
  11. HIGH SPEED DIRT
  12. PSYCHOTRON
  13. CAPTIVE HONOUR
  14. ASHES IN YOUR MOUTH
  15. SHE WOLF
  16. PEACE SELLS
  17. HOLY WARS...THE PUNISHMENT DUE

Line up

  • David Ellefson: bass
  • Dave Mustaine guitars, vocals
  • Shawn Drover: drums
  • Chris Broderick: guitars

Voto medio utenti

Dopo il penoso ultimo album in studio a nome "Super Collider" che si candida tranquillamente ad essere la fetecchia musicale del 2013, ecco che per risollevare un po' le casse della famiglia Mustaine il buon Dave lancia per la propria etichetta, con il beneplacito della Universal, l'ennesimo live album che sarà propinato in tutte le salse possibili ed immaginabili: cd, dvd, blue-ray, ovviamente le piattaforme digitalli alla iTunes, Longform Digital Video che non so nemmeno cosa sia e tante altre belle cose, che però non cambiano lo stato delle cose: questo live è piuttosto inutile, anzi è quasi dannoso.

Nonostante i palesi interventi in studio, la voce di Mustaine è ai minimi storici e se su "Hangar 18" dà fastidio e si prova pena per quest'uomo che tanto ha dato al metal, ci immaginiamo come debba averla straziata in quel dicembre 2012 a Los Angeles, data e luogo di quando è stato registrato il tutto.
Se mai potesse avere un senso acquistare questo disco in formato CD (e secondo me NON ce l'ha, se non quello di punirsi per espiare qualche colpa, basta ascoltare gli assoli di Broderick e paragonarli a quelli di Friedman, da strapparsi i capelli a morsi), acquistare addirittura il DVD e doversi sorbire il supporto di immagini strazianti che non fanno altro che testimoniare quanto sia brutto il passare del tempo è veramente da scena top del masochismo.

Ovviamente sulla scaletta poco da dire, a parte qualche obbrobrio qua e là che se non ce lo infilano anche in eventi "memorabili" non sono contenti (vedi l'indecente "She Wolf" o "Public Enemy") sono praticamente tutti brani super validi di un disco che sebbene non sia propriamente un classico ha fatto economicamente "svoltare" i Megadeth, pieno zeppo di bellissimi brani. A questi aggiungiamo, appunto, i classici come "Holy Wars" o "Peace Sells" ed il gioco è fatto.

Peccato che non siamo più nel 1992. :(
Recensione a cura di Gianluca 'Graz' Grazioli

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Ultimi commenti dei lettori

Inserito il 01 ott 2013 alle 15:32

li ho visti l'ultima volta a MI un paio di anni fa..due palle...come mettere un cd a casa..

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