Copertina 8

Info

Anno di uscita:2024
Durata:38 min.
Etichetta:Agonia Records
Distribuzione:Agonia Records

Tracklist

  1. INTRO
  2. CULT OF THE BLACK TRIANGLE
  3. HERMETIC GATEWAYS
  4. PSYCHOTRONIC ABOMINATIONS
  5. SUMMON THE SHADOWS
  6. WHISPERS OF THE DJINN
  7. ARCHON
  8. MALEVOLENT PARASITE
  9. DIABOLICAL TREACHERY
  10. DEMONS IN THE AETHER
  11. PUNISHMENT BEYOND COMPREHENSION
  12. APOSTLES OF FIRE
  13. A WORLD TURNED TO ASHES

Line up

  • Dave Astor: Drums
  • Obie Flett: Vocals
  • Ricky Jackson: Bass
  • Dan Richardson: Guitars

Voto medio utenti

I Pathology (quelli di San Diego) tornano sul mercato con il loro dodicesimo full-length: "Unholy Descent", sotto l'egida della Agonia Records.

"Unholy Descent" è un disco di brutal-death davvero riuscito bene, il quale, pur nel suo rimanere ortodosso nell'attitudine di base, finisce per amalgamarsi ad altre correnti estreme, spezzando così la monotonia che talvolta affligge tali tipologie di uscite; acquistando in tal modo una personalità propria che lo distingue dal resto del panorama estremo.
I Pathology, da maestri del genere quali sono, sfoggiano un songwriting solido e ispirato per tutto il corso delle 13 tracce; infuocate da un brutal fortemente ancorato ai Suffocation e sconfinante nelle varianti più estreme dello slam – con i suoi tipici breakdown e con tanto di uso dell'inhale – , il quale al contempo si muove molto spesso sul filo del thrash (analogamente ai Cannibal Corpse del nuovo corso). Questo consente al prodotto di essere sufficientemente intelligibile senza altresì perdere la sua brutalità.
A mio avviso questo LP rappresenta un fulgido esempio di come dovrebbe suonare attualmente un disco di questo genere: intransigente e al tempo stesso "orecchiabile"; risultato ottenuto grazie anche a una produzione di prim'ordine, svolta da Zack Ohren (Aborted, All Shall Perish, Decrepit Birth) e Alan Douches (Origin, Cannibal Corpse, Cattle Decapitation), in grado di rimanere in equilibrio sul filo che separa tradizione e modernità.
Per intendersi siamo un po' sulla scia di band come Katalepsy, in ambito slam, i Brodequin in ambito sick o i nostrani Hour of Penance per il tech-brutal un po' più classico.
Gli statunitensi non si limitano a premere sull'acceleratore, tutt'altro riescono anche ad essere melodici; sia per quanto riguarda le fasi solistiche, come per esempio in "Diabolical Treachery", che in generale nelle trame di chitarra; provate ad ascoltare "A World Turned to Ashes" o la bellissima "Apostles of Fire"; dove in quest'ultima, la mezzaluna della falce si fonde nel riff portante con l'oscurità della fiamma nera.

"Unholy Descent" è un platter di rara bellezza che non potrà non soddisfare sia i palati più duri che quelli più raffinati...
A mio giudizio superiore al precedente "The Everlasting Plague" (2021).


Recensione a cura di DiX88

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