Dopo ben 8 anni di distanza dall’ultimo album di inediti, tornano gli italiani
Iron Jaws con il loro terzo albo
“Declaration Of War”, un vero e proprio assalto sonoro dalla prima all’ultima nota. Seppur la distanza temporale che è percorsa da
“Guilty of Ignorance”, uscito nel 2013, la band piemontese non sembra aver dimenticato le proprie radici musicali, che affondano in uno Speed/Black Metal molto grezzo, che farà sicuramente felici gli amanti dell’old school.
Primi Sodom, Exciter, Onslaught, e soprattutto influenze dei Razor nettissime, fanno di
“Declaration Of War” l’album perfetto per tutti quelli che cercano disperatamente di far tornare indietro il tempo indietro di 40 anni, e catapultarsi nei primi anni Ottanta. Produzione volutamente all’osso, un basso in evidenza, e la voce sgraziata di
Andrea Finotti (Mixy) sono i punti di forza di questo disco.
Una prima metà di ascolto comandata da riff sporchi e diretti, come in
“Speed Metal Commando” o
“The Hell Of Boilin’ Metal”, dove gli
Iron Jaws non fanno certamente prigionieri. Non solo aggressività, perché i ritornelli dannatamente orecchiabili ci sono, basti ascoltare
“Idiot’s Prophet”, o ancora
“B.M.W (Black Metal Wheels)”, con quest’ultima che sembra un pezzo dei primissimi Venom sotto steroidi. Funziona altrettanto bene la cover di
“Ton Of Bricks” dei Metal Church, mentre con
“Evil Bringer” si hanno ogni tanto dei cambi di tempo interessanti che rendono l’ascolto del disco un po’ più variegato, cosa che verrà poi confermata con la finale
“Horns Up For Metal”, un bel pezzo che tributa la musica che tutti noi ascoltiamo con passione. Un po’ derivativa, ma funziona, magari fossero tutte così.
Avete sempre desiderato una macchina del tempo per tornare ai “bei vecchi tempi”? Allora puntate senza ulteriori dubbi su
"Declaration Of War”, non ne rimarrete assolutamente delusi. Speriamo che agli
Iron Jaws non servano altri otto anni di attesa, se la qualità è questa.
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