"Another Perfect Day" è stato l'album della discordia, della divisione fra i fan, ma sopratutto è stato un album ampiamente incompreso e sottovalutato all'inizio, salvo poi essere rivalutato negli anni grazie anche alla costanza di Lemmy nel voler riproporre live alcuni brani per lungo tempo.
A parere di chi scrive, il disco deve essere annoverato fra i migliori del gruppo in virtù di alcune, semplici considerazioni.
Primo, il songrwriting, mai così vario ed articolato in un album dei Motorhead.
Secondo, la prova del nuovo (all'epoca) arrivato Brian Robertson, mai veramente accettato - o meglio compreso - dallo zoccolo duro dei fans. Il suo riffing ricco di solos, sovraincisioni, bridge ed armonie era diametralmente opposto a quello secco e veloce del grande "fast" Eddie Clarke, ma aveva donato colore alla musica.
Terzo, il cambiamento di suono di questo disco rispetto a tutta la precedente - e gloriosa - produzione.
Esaminandolo un pò in dettaglio, l'album, in realtà si discosta solo in parte dal tipico Motorhead-sound, prova ne è il brano d'apertura, la terremotante "
Back At The Funny Farm" ( dal testo allucinante, leggetevi le lyrics ) che inizia con un giro di basso che ricorda lo storico brano Motorhead ma più accellerato, oppure "
Shine" o "
Rock It" due boogie - rock'n'roll songs dall'inconfondibile sapore blues ipervitaminizzato.
"
Dancing On Your Grave" è diventato - postumo - un classico minore del gruppo, spesso suonato dal vivo, mentre "
Die You Bastard" è un rock'n'roll veloce tipicamente in your face e "
One Track Mind" una grande e semisconosciuta ballad lenta e potente ricca di solos con un Robertson in grande spolvero.
Il disco offre una nuova faccia della band di Lemmy ove la melodia si fonde con l'aggressività del sound base e dove i notevoli assoli portano il livello di maturità dell'album ad un livello superiore.
Sicuramente un lavoro da riscoprire.
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