Copertina 9

Info

Anno di uscita:1986
Durata:37 min.
Etichetta:Lunário Perpétuo

Tracklist

  1. CAÇADOR DA NOITE
  2. HTLV-3
  3. ÁLCOOL
  4. DEPRESSÃO SUICIDA
  5. VORKUTA
  6. JOSEPH MENGELE
  7. GUERRILHA
  8. INVEJA
  9. MORTE AOS FALSOS

Line up

  • Carlos "Vândalo" Lopes: guitar, vocals
  • Hardcore: drums
  • Cláudio "Cro-Magnon" Lopes: bass

Voto medio utenti

Il primo full-lenght album della band carioca prende già le distanze dal precedente lavoro (split con i connazionali Metalmorphose) Ultimatum (1985): lo speed metal piuttosto standardizzato (anche a livello lirico) del precedente documento discografico lascia spazio ad un thrash/death metal furioso e concentrato su problemi sociali, storie di vita vissuta e impegno politico. Quando il disco uscì fu indicato in patria come uno dei primi esempi di thrash unito ad hardcore punk, ed in effetti la rabbia e l'attitudine che trasudano dai solchi di questo vinile sono decisamente punk (alla faccia di chi continua a sostenere l'incompatibilità dei due mondi). Non c'è un calo di tensione durante tutte le nove tracce del disco: Carlos Lopes si fa in quattro tra riff arrembanti e assoli fulminei, Hardcore agli scudi è inarrestabile e la sua batteria sembra voler essere la risposta alla macchina oppressiva del Brasile di quegli anni, Cláudio Lopes al basso esegue il suo egregio lavoro con grinta ed efficacia. Non ci sono fronzoli o abbellimenti qui. Solo incazzatura, di quella vera, e la musica mai come in questo caso funge da catarsi: I Dorsal si fanno carico dei soprusi inflitti al popolo brasiliano e li sanno restituire ai ninos che li ascoltano sotto forma di musica. La forza dei Dorsal è di ESSERE il popolo.
Dal punto di vista musicale ci troviamo di fronte a dei brani per lo più sparati, sempre aggressivi ed inesorabili ma comunque contraddistinti da un certo gusto musicale. L'opener "Caçador da Noite" la dice lunga a proposito: su un tappeto ritmico veloce e segnato da riff nervosi, Carlos sa dosare l'aggressività in modo egregio, facendo risultare le sue vocals rabbiose ma mai aberranti. Si procede tra suoni al fulmicotone fino al mezzo tempo della celeberrima ed ultra politicizzata "Guerrilha", forse il brano thrash più coverizzato in patria (non dimentichiamo che per i thrashers brasiliani il gruppo è una specie di divinità...). La conclusiva "Morte Aos Falsos" è il pezzo più veloce e distruttivo del lotto, veramente annichilente.
I suoni del disco, va detto, sono pessimi: scuri, ovattati, grezzi e minimali...ma d'altra parte qui si parla di underground (quello vero), ed i mezzi a disposizione erano quello che erano. Lo stesso Carlos Lopes affermerà dopo anni che la Lunário Perpétuo (la casa discografica che rilasciò l'album) "aveva finito i soldi" e quello era tutto ciò che poteva fare. Forse anche questo particolare contribuisce a rendere questo disco unico: fatto con cuore, passione per l'heavy metal e amore per la libertà.

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