Thomas Hansen torna con i suoi
Gaia Epicus, e questo ennesimo episodio assomiglia un pò alle uscite precedenti della band. Heavy metal potente e convinto, ma sempre un pò latitante di quel guizzo, quella ispirazione che ti fanno ridordare un brano, un passaggio musicale, o che riescono a diventare
trademark della band, attribuendole un sound personale e/o riconoscibile. Discorso ahinoi non valido per i Gaia Epicus, che in tanti anni di onorata carriera non hanno mai avuto questo dono in sorte. Non sposta di una virgola le coordinate questo
"Damnation", che, come i suoi illustri predecessori, risente di un'altalentante livello compositivo, e nel quale i brani totalmente convincenti non sono poi moltissimi. Ci preme citare la bella
"Masters of the Sea", la veloce e potente
"Cyborgs from Hell", dove i nostri assomigliano non poco ai Gamma Ray dei primi albums, voce esclusa. Sì, perchè uno dei più grossi difetti di questa "band" (termine quentomeno azzardato, visto che è più un progetto personale di Hansen) è l'enorme ego che (presumibilmente) pervade il buon Thomas, che se solo lasciasse perdere il microfono per concentrarsi solo sulle (invero ottime) parti chitarristiche, e assoldasse un singer di livello, potrebbe fare il salto definitivo. Ma tant'è, è forse questo il difetto peggiore di un album che comunque si lascia ascoltare senza tanti problemi, piacevole e liscio, una manciata di heavy metal songs tutt'altro che brutte, ma a cui manca un pò di anima in più. La lista degli special guests (Roland Grapow, Dominique Lerquin, Andreas Passmark, Michael Troy, Ola Halen, Jonas Hornqvist e altri), peraltro, lascia presumere che Hansen abbia ben più di una "bazza", come si dice in romagnolo per indicare gli agganci, i contatti; la possibilità di trovare un singer di livello potrebbe davvero essere il giusto concime per le sue idee musicali.
Gli ho dedicato ben più di un ascolto, ma la sensazione rimane: è la sensazione di star ascoltando un disco come tanti, in un ambiente, l'Heavy Metal, dove la personalità non può più essere un optional, vista l'enorme concorrenza che c'è in giro.
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