Non credo proprio fosse negli intenti del gruppo spagnolo, eppure "Between Light And Darkness" arriva a chiudere un periodo importante, purtroppo culminato con l'abbandono di tre quinti dei musicisti, inclusa la cantante Elisa. Avevo seguito i
Dark Moor passare da un debutto, tutto sommato trascurabile come "Shadowland", ai due successivi albums che ce li avevano invece segnalati come una delle nuove e più interessanti realtà della scena spagnola.
"Between Light And Darkness" non è il quarto studio album del gruppo, si tratta invece di una interessante raccolta (venduta a prezzo contenuto) che ci propone quattro nuove canzoni unplugged, ed anche le tre bonus tracks presenti sulle versioni giapponesi e coreane dei precedenti albums: da "The Hall of the Olden Dreams" troviamo infatti "The Fall of Melnibonè" (presente anche sull'omonimo EP uscito nel 2001), mentre da "The Gates of Oblivion" ecco "Mistery Of Goddess" e "The Shadow Of The Nile". Completa la tracklist una trasposizione orchestrale di quella Dies Irae già presente, ed in una versione non troppo dissimile, su "The Gates of Oblivion". I pezzi acustici sono comunque nuove composizioni e non riadattamenti di brani "vecchi". Sono stati registrati con il supporto di un vero coro e di un quartetto d'archi, senza ricorrere quindi a dei samplers, e mettono in mostra il lato più classicheggiante e romantico del gruppo, sopratutto su "Memories", una ballad acustica alla Blind Guardian. Ancora due buoni episodi, prima "From Dawn To Dusk", che sebbene sia meno accattivante è pervasa da un bel feeling folkeggiante, poi quella "A Lament Of Misery" dove Elisa piazza una delle sue migliori performance di sempre. Si sente poi la sua assenza su "Echoes Of The Sea", strumentale ispirato in maniera evidente dalla musica classica. La melodia è ovviamente presente anche nei rimanenti pezzi, con "The Shadow Of The Nile" nella parte dell'episodio più energico, comunque tutti nel tipico stile del gruppo, ed infatti, non possono evitare almeno un accostamento ai Rhapsody, lampante nella conclusiva "The Fall Of Melnibonè".
Purtroppo i recenti stravolgimenti nella formazione gettano delle ombre sul futuro del gruppo, spero però che sotto la guida dei due superstiti, i "membri storici" Enrik ed Anan, i Dark Moor sappiano reagire e mantenere le posizioni raggiunte, se non addirittura fare qualche passo avanti.
The dreams will break the chains, flying to the eternity... " (cit.).
Non è ancora stata scritta un'opinione per quest'album! Vuoi essere il primo?