Fattisi conoscere con l'ottimo demo "Dreamworld", gli
Operatika arrivano all'esordio discografico grazie alla nostrana Scarlet Records, che ha rilasciato questo "The Calling". All'interno della formazione statunitense risalta sin da subito la presenza del bassista Michael LePond (Symphony X), anche se solo come special guest per questo lavoro.
Non so se si tratta di una coincidenza, ma le composizioni hanno assunto un connotato vagamente progressive (percepibile ad esempio su "Secrets of the Past") se confrontato a quello che si poteva rilevare sul già citato demo. Tuttavia le fondamenta musicali di "The Calling" continuano a poggiare su altri pilastri, così a fianco degli evidenti rimandi a Nightwish ed Epica ("Gladiator", "Dark Horizon" o l'incalzante titletrack), non ci si può scordare di Stratovarius e Kamelot ("Ice Queen", "Life Saving Flame" e "Mask in the Mirror"). All'interno delle canzoni si segnalano poi gli assoli di stampo neoclassico ad opera di Bill Visser (ad esempio l'inizio di "Tears of the Sun", i fluenti solos di "Life Saving Flame" o "Last Quest", e sopratutto "No 3-23 In A Minor"), e la bella prova vocale, sia di Slava Popova sia a livello di cori. Peccato che non sempre il tutto sia sorretto da un’appropriata resa sonora. E forse anche a causa della produzione, rispetto al demo, i brani sembrano più freddi e maggiormente impostati, perdendoci così di pathos e di immediatezza.
Nulla toglie però che "The Calling" sia un discreto esordio.
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