C'era molta attesa per il debutto discografico su larga scala di questi quattro ragazzi di Pittsburgh: dopo due anni di attività underground, con due demo ed un lp autoprodotto (lo stesso
"Executioner") all'attivo, la
Nuclear Blast si accorge che i
Meltdown (primo monicker del gruppo) non sono una delle tante band-revival (o
fotocopia) che in questi anni stanno riportando in auge il vecchio thrash metal...e all'inizio del 2008 decide di metterli sotto contratto portandoli in Germania a ri-registrare il disco agli
Stage One Studios sotto la guida esperta di
Andy Classen. Nel frattempo, per motivi di omonimia, la band è costretta a cambiare nome ed alla fine del 2008 passa sotto il monicker
Mantic Ritual.
L'energia, l'entusiasmo, l'amore per il thrash metal più veloce e tecnico che già avevano espresso i Meltdown sulla precedente versione del disco, qui sono letteralmente moltiplicati: Andy Classen non solo ha consentito ai quattro ragers di Pittsburgh di avere il sound che probabilmente sognavano da sempre, ma è anche riuscito ad estrapolare in modo entusiasmante la personalità del gruppo. Infatti, se la
versione Meltdown di “Executioner” era sì buona ma rischiava di perdersi nel marasma anonimo di band e dischi del genere, questa nuova veste fa esplodere tutto il potenziale dei
Mantic ed il dischetto che abbiamo ora tra le mani si eleva abbondantemente sopra la media delle uscite di questo tipo suonando old school ma allo stesso tempo fresco ed odierno.
Il disco è composto dalle dieci tracce già presenti nel 2007 con l'aggiunta della cover di
"Blackout" degli
Scorpions e dell'ottimo inedito
"By The Cemetery". I brani sono tutti eccellenti e faranno la gioia di tutti i thrashers che da anni non ascoltano un disco degno di questo nome: ritmi forsennati, cambi di tempo, riff intricati, voce aggressiva ma versatile...sono gli ingredienti di “Executioner” e vi assicuro che l'amalgama è più che mai vincente. L'opener
“One By One” (dovreste conoscerla tutti poiché il video gira da diverse settimane) funge da perfetto “apripista” del disco, riassumendone in breve le caratteristiche e lasciandovi l'acquolina in bocca in attesa del seguito...
"Executioner",
"Black Tar Sin",
"Death and Destruction",
"Murdered To Death" (forse la mia preferita in assoluto), eccetera, si susseguono senza soluzione di continuità in un intricato e fantasioso vortice di riff dove assoli mai banali e sempre dall'alto tenore tecnico si sviluppano su un tappeto ritmico quanto mai dinamico. Discutibile a mio parere l'introduzione della (seppur ottima) cover degli Scorpions: superflua e a rischio di inficiare il feeling pazzesco dell'album. Tuttavia questa piccolissima pecca è ampiamente compensata dall'incredibile pezzo di chiusura
"Next Attack": un mid tempo thrash in perfetta scuola
Exodus che semplicemente ti fa venir voglia di velocità...e quindi di riascoltare l'intero album! Geniale.
Due parole, per chiudere, sulle prestazioni dei singoli componenti. Il barbuto
Jeff Potts alla chitarra è un riffeur di prima categoria e (complice forse il suo amore per la
Strato) condisce con un certo gusto retrò i suoi soli,
Ben Mottsman al basso fa un lavoro egregio ed il suo strumento è sempre presente nonostante le cascate chitarristiche,
Adam Haritan alla batteria è semplicemente incredibile...preciso e devastante,
Dan Wetmore è un ottimo chitarrista come il compagno e la sua voce è perfetta per il ruolo: versatile ed aggressiva (forse eviterei certe incursioni
gastriche alla
Jeff Becerra, ma è solo un dettaglio).
Sono giovanissimi, e se continueranno su questa falsariga, facendosi anche le ossa suonando il loro repertorio come dei matti in giro per il mondo, potranno diventare veramente grandi.
Insomma, per tutti quelli che non lo avessero capito:
BUY-OR-DIE.