Il decimo album in studio dei danesi
D-A-D arriva a tre anni di distanza dal precedente "Scare Yourself", che metteva in mostra una band ancora solida e capace di produrre ottimo materiale.
Il nuovo "Monster Philosphy", pur con un feeling leggermente diverso e più riflessivo, non fa altro che confermare il buono stato di forma del quartetto, per quanto sia ormai chiaro da anni che i tempi d'oro di "No Fuel Left For The Pilgrim" sono molto lontani.
Ciò che queste 13 canzoni ci offrono è una sana dose di energia, sapientemente miscelata a momenti melodici e malinconici. L'iniziale "Revolution" è un pugno in faccia, ruvida, veloce e diretta: una perfetta dichiarazione d'intenti per un gruppo che evidentemente ci vuole urlare "ci siamo ancora!". "Nightmares In The Daytime" cambia subito le carte in tavola, risultando forse il brano migliore del disco grazie a una melodia vincente e all'andamento più rilassato ma non meno coinvolgente. Proseguendo nell'ascolto, l'alternanza fra rabbia ed episodi intimisti si fa più marcata, come dimostrato per esempio da "Beautiful Together", quasi punk nel suo incedere e dalla più atmosferica "You Won't Change". C'è spazio anche per alcuni esperimenti, vagamente reminescenti del "disco della discordia" dei D-A-D, ovvero quell' "Helpyourselfish" che fece gridare allo scandalo i fans nel 1995: suoni sintetizzati fanno capolino infatti su "Too Deep For Me" ma è la title track l'episodio più particolare, con chitarre pesantemente effettate e un ritmo quasi dance. Quest'ultima affermazione potrebbe far storcere immediatamente il naso agli ascoltatori più intransigenti ma lasciate che vi dica che, per quanto "strana", la canzone funziona, lascia il segno e il ritornello è davvero irresistibile!
Un altro episodio degno di nota è certamente la bluesy "I Am The River", brano splendido nella sua semplicità acustica, in cui gli strumenti sembrano venire accarezzati, con risultati positivissimi.
Se "Chainsaw" promette (e mantiene) tempesta fin dal titolo, è con "Money Always Takes The Place Of Life" che troviamo il perfetto esempio delle due anime dei D-A-D, in cui un minuto e mezzo di country acustico lascia spazio ad un'esplosione di hard rock in piena regola.
Si torna alle atmosfere solenni con "Nightstalker", discretamente lunga ma non certo noiosa, mentre la conclusiva "If I Succeed" si può considerare una ballad classica, carina anche se non memorabile.
Anche senza farci gridare al miracolo, "Monster Philosphy" è un disco solido e convincente, sufficientemente vario e dominato da una produzione molto efficace, asciutta ed essenziale nei pezzi più tirati ma attenta alle sfumature in quelli più rilassati. A differenza di altri gruppi con quasi tre decenni di carriera alle spalle, i D-A-D non hanno mai smesso di produrre album di buona qualità e soprattutto, hanno dimostrato ancora una volta di non avere esaurito la vena creativa. Questo vale anche per i testi, come sempre interessanti e permeati da temi personali e profondi.
Bottom line: i fans dei quattro scatenati danesi non saranno delusi da "Monster Philosphy", mentre gli altri potrebbero comunque dedicargli almeno un ascolto attento, per scoprire una band che è ancora fra le migliori in campo hard rock.
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