Copertina 8,5

Info

Anno di uscita:2009
Durata:56 min.
Etichetta:Escape
Distribuzione:Frontiers

Tracklist

  1. WELCOME
  2. ONE BY ONE
  3. HOLD ON TO MY HEART
  4. FROZEN FLOWER
  5. SILENT DREAM
  6. ALARM
  7. NEVER FARAWAY
  8. HELLO, HELLO, HELLO
  9. YOUR KIND OF LOVING
  10. THE LAST TO KNOW
  11. WHEN LOVE STRIKES DOWN
  12. WHO NEEDS LOVE
  13. ME &YOU
  14. WHEN MY LOVE HAS LEFT YOUR HEART

Line up

  • Mikael Erlandsonn: voce
  • Andy Malecek: chitarra
  • Jamie Borger: batteria
  • Marcel Jacob: basso

Voto medio utenti

Sta diventando sempre più difficile recensire un disco dei Last Autumn’s Dream: non solo la band di Mikael Erlandsson e Andy Malececk sforna un disco all’anno con puntualità irritante (siamo ormai arrivati a quota sei), ma la qualità di queste uscite è sempre altissima, tale da rendere quasi superflua ogni parola.
In questo caso però qualcosa da dire ci sarebbe: “Dreamcatcher” è semplicemente il più bel lavoro di questa band dai tempi del primo, omonimo disco. Mai le canzoni erano state così ispirate, mai così fresche. Se nelle ultime uscite c’era stato qualche brano un po’ sottotono, qui tutto è indispensabile, tutto è funzionale allo scopo. “One by one” può tranquillamente essere considerata la nuova “Again and again”, col suo chorus trascinante e irresistibile, ma le successive “Hold on to my heart” e “Frozen flower” non sono da meno, AOR numbers da manuale, con la voce di Erlandsson e la chitarra di Malececk ai massimi livelli espressivi. E’ un disco che si muove all’interno di coordinate stilistiche ben note, direi quasi scontate, ma che sa sempre andare a toccare il tasto giusto, coinvolgendo ed emozionando a dovere. La roboante e tiratissima “Alarm”, che immagino farà sfracelli dal vivo (ma tanto, a meno di miracoli, noi non li vedremo mai), le due ballate “Silent dream” e “Never faraway”, le ruffianissime “Hello, hello, hello” e “Me & You” (quest’ultima fa clamorosamente il verso a “Satisfaction” degli Stones, ma è un peccato che perdoniamo volentieri”, e poi due autentiche hit come “When love strikes down” e “Who needs love”, che vivono attorno a ritornelli strepitosi, tra i più azzeccati mai composti dalla band negli ultimi anni. Non c’è dubbio: chi ha seguito i LAD dagli esordi non potrà assolutamente rinunciare a questo album. Se invece vi piace il rock melodico ma non li conoscevate, allora potete davvero cominciare da qui: assieme al disco d’esordio, “Dreamcatcher” è l’altro tassello imprescindibile all’interno della loro ormai vasta discografia.
Nel frattempo, sperare nei miracoli non può far male…
Recensione a cura di Luca Franceschini

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