Tre facce “nuove” e una “vecchia” conoscenza rappresentano il personale operativo di questi
Nasty Tendency, un’intrigante formazione all’esordio in forma ufficiale, patrocinato dalla sempre attenta e preparata My Graveyard Productions.
Se Maury Lyon e il suo autorevole curriculum fungono in qualche maniera da “garanzia” di qualità, il resto del gruppo ce la mette davvero tutta per non “sfigurare”, a cominciare dalla voce roca e tesa di Miss Nikky Nails (in possesso di una timbrica non troppo lontana da quelle evidenziate dalle sue colleghe teutoniche Dorothy Pesch e Jutta), passando per l’affidabile drumming di Johnny Curly e terminando con lo splendido lavoro offerto dalle chitarre di Luke Nasty Kidd, abilissimo riffeur nonché sufficientemente policromo solista.
La musica offerta è un solido hard ‘n’ heavy che cita Lizzy Borden, Warlock, Dokken, Twisted Sister, WASP, Zed Yago e Grim Reaper (e non solo per la presenza dell’ottima rilettura di “When heaven comes down”, tratta dal loro “Rock you to hell” del 1987!) in una competente commistione tra NWOBHM, class metal yankee e rock duro ad ampio spettro, comprendente anche vivaci barlumi di componente “stradaiola”.
Al di là delle catalogazioni o delle influenze, quello che conta è la qualità con la quale i nostri realizzano le loro composizioni: le ritmiche poderose e cadenzate, i serrati fraseggi di chitarra e le strutture vocali incalzanti e anthemiche, pur allineandosi a tracciati non esattamente “inediti”, convergono nel creare costantemente situazioni trascinanti e incisive, dando la netta sensazione all’ascoltatore appassionato di essere di fronte ad una band molto propesa e convinta, in grado di pilotare con estrema destrezza e gusto estetico un suono assai “codificato”, riuscendo nella difficile impresa di “celebrarlo” senza essere condizionato da eccessivi “rigori formali”.
Insomma, “Wild and nasty” è un prodotto sicuramente di notevole livello, pieno di buone canzoni (le mie preferenze, oltre alla già menzionata cover, vanno a “Into the fire”, “Hunter of vampires”, “Devils on the streets”, “Fight to survive” e “I don’t care”), energetiche, viscerali, coinvolgenti e pure piuttosto “fresche”, manifestando tutte le caratteristiche necessarie a non deludere i tanti sostenitori del settore. Selvaggio e Cattivo … un inizio davvero niente male.
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