Torna a farsi sentire anche
Damnation Army, one man band Svedese dedita ad un Thrash/Black Metal abbastanza melodico, che però a lungo andare rischia di annoiare a causa delle solite scelte stilistiche. Già tre anni fa mi occupai del suo precedente disco, quel Tyrant che metteva in mostra una buona dose di cafoneria, attualmente non del tutto riscontrabile nelle trame di
Circle Of The Brave, un album che rispetto ai precedenti risulta più meditato e studiato. La melodia può forse essere presa in considerazione come quella discriminante che rende il suo approccio odierno alla musica più "raffinato" e ragionato, ma anche meno grezzo e volgare. Del resto basta guardare la copertina per rendersi subito conto che qualcosa sta cambiando, e quel bianco così forte, ma anche quel disegno a tratti innocente sono soltanto l'immagine di un sound che si va ammorbidendo. Tutto sommato però non vorrei far passare il messaggio che Damnation Army si sia improvvisamente trasformato in un progetto senza spina dorsale, voglio soltanto dire che dove prima c'erano dei riffs spietati e diretti adesso c'è un calcolo alla base, che rende il tutto più vicino alla forma canzone propriamente detta. Anche le ritmiche sono rallentate, si prediligono mid tempos dalla melodia potenzialmente catchy, soltanto il vocione del singer è rimasto inalterato del tutto, conservando quella timbrica cavernosa e maligna. Effettivamente durando soltanto 35 minuti si evita quella noia dovuta a delle scelte non proprio originali, ma se siete comunque sia appassionati di questo genere Circle Of The Brave è un disco che può fare al caso vostro.
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