Correva l'anno 1988 e, sfogliando una rivista (non chiedetemi quale, ricordo solo che non era di settore), incappai nella recensione dell'album dei Bon Jovi “New Jersey”. Ricordo la tiepida accoglienza con la quale il giornalista accolse il disco e ricordo, molto bene, le parole finali della recensione:
“[...] c'è ancora bisogno di 'chitarrone' distorte nel 1988?”. Ora, tolto che a me i Bon Jovi, all'epoca, facevano abbastanza ribrezzo, e tolto che per qualcuno “New Jersey” possa essere un capolavoro epico...quelle parole mi fecero incazzare come una iena. Ma perchè il rock doveva essere bistrattato per forza? Poi, (forse) per fortuna, arrivò il grunge ed anche i colletti bianchi indossarono la camicia di flanella e scoprirono il Marshall (certo, qualcuno obietterà che la camicia di flanella soppiantò anche il chiodo...ma è un'altra storia). Le chitarrone avevano vinto. Sono felice quindi di constatare che anche nell'Anno Domini 2008 ci siano ancora gruppi giovani che sanno e vogliono fare dell'ottimo rock, duro o meno che sia. Gli americani
Hinder se ne escono belli belli con questo
“Take It To The Limit” (successore del piuttosto anonimo
“Extreme Behavior” del 2005): un abile mix di rock americano ispirato alle grandi band del passato/presente come Mötley Crüe, Van Halen, Aerosmith...ma che sa stare al passo con i tempi, per cui anche gli amanti del nuovo rock (più o meno influenzato dall'underground di Seattle di inizio anni 90...), quelli che divorano 3 Doors Down, Nickelback, Alter Bridge/Creed, eccetera, troveranno qui pane per i loro denti. L'inizio è affidato a
“Use Me”, primo singolo dell'album, e, almeno nell'inizio, sembra subito di ascoltare una versione moderna degli AC/DC; altri brani rocker, come
“Up All Night” e la title track (che vede come ospite Mick Mars dei Mötley , e ho detto tutto...), sono scanzonati e cafoni al punto giusto. Sembra, tuttavia, che i nostri il meglio lo sappiano dare nei pezzi più ad ampio respiro, come
“Loaded And Alone”,
“The Best Is Yet To Come", la ballad
“Without You”,
“Lost In The Sun”, e tutti gli altri: brani sempre ispiratissimi che non mostrano mai il fianco, melodie perfette e convicenti, voce caldissima in grado di sottolineare in modo semplicemente
emozionante ogni passaggio e suoni odierni (pur se assolutamente rock ed assolutamente americani). Questi in sostanza sono gli ingredienti di “Take It To The Limit” (che, lo ricordiamo, è uscito anche in edizioni “alternative” con diverse bonus track), un album che suona moderno ma che riporta dagli anni 80 la giusta attitudine per proporre rock, e non parlo solo di musica. Il guaio di tanto rock odierno è quello di essere troppo triste, o riflessivo, o filosofico: il rock non deve deprimere, verrebbe snaturato; se un cantante rock rinuncia a scoparsi una groupie per principi morali, bè...allora qualcosa non va. Gli Hinder ripropongono con prepotenza la vera idea del rock e lo fanno a pieno regime. Durante i concerti scandagliano i loro segugi tra le prime file per cercare ragazze da invitare back stage: quello che succederà nei camerini sarà leggendario. Ed è giusto che sia così.
Il Rock è vivo. Viva il Rock. E viva l'America.