Questi che stiamo vivendo sono tempi bui...la crisi finanziaria globale, l'ingerenza della chiesa nelle questioni sociali (e politiche...), i soprusi dei soliti potenti ai danni di noi sfigati qualsiasi, la corruzione...insomma, diciamo che c'è poco da stare allegri. Il thrash un tempo era probabilmente (insieme all'hardcore punk) il genere musicale più arrabbiato, più catartico, più vicino alle emozioni più profonde e più nere della gente e, soprattutto, sapeva dare voce alla nostra rabbia/impotenza. Chi, da adolescente, non ha mai pianto sfogandosi con
“Reign In Blood”? Oggi, purtroppo, il cosiddetto
revival del thrash ha fatto del genere una specie di caricatura folcloristica, relegando ad esso soprattutto aspetti “fun”: i gruppi suonano con il sorriso sulle labbra parlando di fumetti e videogames (ma senza la genialità e la verve degli
Anthrax) mentre ci sono tonnellate di argomenti da trattare a “brutto muso”. Fortunatamente per noi ci sono anche dischi come questo
“Servant Of God”, prima uscita full-lenght dei milanesi
Kernel: nove brani per quarantadue minuti di rabbia autentica, suonata, urlata e sbattuta in faccia all'ascoltatore. Titoli come
“Rebel Yourself”,
“Rage And Destroy”,
“Back To The Violence”,
“Servant Of God”....parlano chiaro e, se non lo fanno abbastanza...ecco
“Falsi Liberi” e
“Il Mio Destino” a definire meglio la situazione. Pessimismo, ribellione, lotta. I due brani in italiano potrebbero risultare piuttosto ingenui, sia a livello di significato che a livello di composizione, ma non è così; il punk guarda con l'innocenza degli occhi di un bambino la corruzione ed il marcio che lo circonda (pensiamo per un attimo ai testi dei
Negazione, degli
Indigesti...): è qualcosa di completamente estraneo a lui e sarà questa “innocenza” a salvarlo dall'alienazione. Già solo per l'attitudine partirei dal 7 nel giudicare questo disco. Se si aggiungono poi al tutto nove tracce al fulmicotone che ti fanno venir voglia di radere al suolo la stanza...il quadro è completo. Non un attimo di cedimento lungo tutto l'album, non un'incertezza: solo
thrash metal,
hardcore e tanto odio. Ritmi velocissimi (ma mai eccessivi) alternati a mid tempos fomentosi, produzione moderna abbinata a riff thrash di alta scuola, voce al vetriolo...sono gli ingredienti di questo lavoro. L'iniziale
“Child”, tiratissima, mette subito le cose in chiaro:
NO COMPROMISE. “Falsi Liberi” parte con un arpeggio delicato per poi esplodere letteralmente...
”Burn World” è pazzesca con il suo riff dissonante e quell'assolo melodico su una base ritmica forsennata...fantastica. Da segnalare il break chitarristico di “Il Mio Destino”: riprende pari pari quello di
“Raining Blood” degli
Assassini...poco male, le cose belle devono sempre fungere da esempio.
Certo, questo non è un album per tutti: la voce di
Ivan potrebbe risultare carta vetrata per molti, essendo praticamente hardcore...se cercate vocalizzi riservate la vostra attenzione e la vostra moneta altrove. Qui si urla, ma con cognizione di causa. Ottimo lavoro da parte di tutti i membri della gang, nessuno escluso. Mi viene da piangere per la commozione a pensare al macello che saranno in grado di scatenare sotto il palco questi brani...mamma mia!
Ultima nota riguardante l'ottima resa sonora del lavoro, registrato con
Luca Minieri degli
Illogicist presso il
Dissonant Studio di Aosta e prodotto dalla band stessa.
Thrashers:
BUY – OR – FUCKING – DIE - !!!
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