Copertina 7,5

Info

Anno di uscita:2009
Durata:36 min.
Etichetta:Napalm
Distribuzione:Audioglobe

Tracklist

  1. LANDKJENNING
  2. NORDAFJELLS
  3. VARDER I BRANN
  4. GåR MIN EIGEN VEG
  5. LONGSHIPS AND MEAD
  6. GLITTERTIND
  7. JEG SNøRER MIN SEKK
  8. MOT MYRKE VETTEREN
  9. BREDE SEIL OVER NORDSJø GåR
  10. OVERMåTE FULL AV NåDE

Line up

  • Torbjørn Sandvik: vocals, guitars, bass, drums, keyboards
  • Geirmund Simonsen: guitars, bass, drums, accordion, organ, programming

Voto medio utenti

Decisamente un disco come NON ci aspettavamo.
Non parliamo di qualità, ma proprio di stile; gli ultimi brani del precedente EP "Til Dovre Faller", peraltro recentemente ristampato e pubblicato insieme (ovvero proprio nello stesso cd) al debutto "Evige Asatro" ci avevano fatto pensare ad una sterzata in territori folk-black, peraltro dimensione a mio avviso decisamente perfetta per una band come i Glittertind.
Invece...tutto l'opposto!

La componente black è stata DEL TUTTO eliminata, sia vocalmente che a livello musicale, ed anche le componenti più vagamente accostabili alle sonorità estreme, già presenti peraltro dal debut, sono state completamente epurate, consegnandoci dei Glittertind che a tutt'oggi sono una band prettamente folk-metal, e quando parliamo di metal ci riferiamo a metal di stampo classico.

Anche in questo c'è stato un cambiamento, ovvero le atmosfere allegre e birraiole, alla Onkel Tom, sono pressochè un ricordo in quanto "Landkjenning" è un album molto oscuro, triste oseremmo dire, cadenzato e plumbeo, che lascia decisamente poche concessioni all'allegria sguaiata e da osteria come nelle solitarie ed insolite "Longships and Mead" e "Jeg Snorer Min Sekk"; infatti, a partire dalla omonima opener (tratta, come spesso accade per i gruppi nordeuropei, ad esempio i Tyr, da un'opera del compositore e pianista norvegese Edvard Hagerup Grieg, e chissà quante altri brani del disco lo sono) ci troviamo di fronte a solenni cori, declamazioni eroiche e breaks struggenti e passionali, culminanti in una conclusione degna del miglior film epico di Hollywood.
Il disco prosegue sulle medesime coordinate con la cupa "Nordafjells" ed anche la ballad "Gar Min Eigen Veg" mantiene caratteristiche malinconiche con violini protagonisti, che torneranno sulla omonima "Glittertind", decisamente più movimentata e, se vogliamo, melodica e scanzonata rispetto alla media del resto delle composizioni, sicuramente uno dei brani che lega di più col passato della band norvegese.
Il trittico finale è da puro suicidio, non perchè sia composto da pezzi non all'altezza, anzi!, ma perchè le atmosfere, l'incedere e le tematiche siano praticamente quelle di un doom davvero triste e funereo, ambientazioni al quale i Glittertind onestamente non ci avevano mai abituato.

Che dire? Senza falsi proclami, dobbiamo ammettere che questo "Landkjenning" ci ha spiazzato in maniera clamorosa, abbandonando sia la direzione scanzonata che quella black metal dei primi due lavori; i Glittertind si sono piazzati su un folk metal decisamente serio, adulto, austero; decisamente ben fatto, coinvolgente e "drammatico" ma il rimpianto per non aver potuto ascoltare una versione estesa di "Til Dovre Faller" rimane evidente.
In ogni caso un buonissimo lavoro di folk metal con la F maiuscola che non dovrebbe sfuggire a tutti gli amanti della musica nordeuropea, anche per un'ottima produzione ed una veste grafica a dir poco ottimamente realizzata.

Recensione a cura di Gianluca 'Graz' Grazioli

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