Ritorno in pompa magna per gli elvetici
Eluveitie, praticamente una sorta di new sensation della
Nuclear Blast visto il battage madiatico che ha anticipato l'uscita di questo "
Evocation I - The Arcane Dominion", com'è evidente dal titolo la prima parte di un concept album che vedrà presto la pubblicazione del secondo capitolo della storia.
Giunti così al terzo album (il secondo per la label tedesca, dopo
Slania uscito lo scorso anno), gli Eluveitie si dilettano subito in un album completamente acustico, il che ovviamente accentua a dismisura la componente folk della band e porta ai minimi termini, o meglio annulla del tutto, quella "
death" (anche se è un termine da prendersi a dir poco con le molle) con cui gli svizzeri si sono fatti conoscere e notare al grande pubblico: forse un po' anticipato, forse un po' azzardato, certo di sicuro effetto ed interesse, ma probabilmente quella di affidarsi ad un disco totally acoustic solamente al terzo lavoro potrebbe essere una scelta discutibile o quantomeno un'arma a doppio taglio.
"
Evocation I - The Arcane Dominion" risulta ovviamente fiabesco, romantico, evocativo ed indubbiamente in questo gli Eluveitie sono davvero in gamba, tra magiche melodie, flauti danzanti, la soave voce di
Anna Murphy (che ricorda, per gli amanti del folk nordeuropeo, la faroese
Eivør Pálsdóttir) che domina la scena, relegando il growl del suo socio
Chrigel Glanzmann a brevi e sporadici interventi).
Eppure, c'è qualcosa che non va in questo disco, anzi oserei dire negli Eluveitie in generale, davvero troppo ruffiani, troppo scontati, troppo posticci, con queste melodie, a volte anche banalotte, a cui vengono letteralmente appiccicate sopra le chitarre.
Quindi paradossalmente meglio in questa versione acustica, scevra di situazioni a volte decisamente forzate, sebbene praticamente non si possa più parlare di metal, ma solamente di folk in ogni caso apprezzabile specialmente in soluzioni più energiche e rudi ma sempre in linea con lo stile proposto, come "
Nata" e la epica strumentale "
Memento", probabilmente il miglior episodio del cd.
Per il resto, tanta, forse troppa melodia danzereccia che onestamente trova il suo limite in una longevità difficilmente durevole nel tempo, anzi piuttosto limitata dopo l'hype iniziale, suscitato da brani come "
Omnos", scelti appositamente come singolo e video promozionale.
Sicuramente interessante per i fans già acquisiti e per chi trova affascinanti queste atmosfere, ma la sensazione che dopo poco tempo il cd possa essere dimenticato in qualche parte delle scaffalature di casa è alta.
Comunque, niente potrà convincervi o farvi desistere più di questo...ecco a voi il video di
Omnos!