Esattamente come il suo "rivale" di shredding
Yngwie Malmsteen, l'italo americano
Chris Impellitteri arriva al 1988 con una formazione (ed un suono) simil-
Rainbow, dichiaratamente cercato e trovato. Se l'asso svedese individua in
Joe Lynn Turner l'ideale interprete per le canzoni del capolavoro "
Odyssey", Chris si rivolge ad un altro singer ex Arcobaleno, passato sotto le "dittatoriali" grinfie di
Ritchie Blackmore. Sto ovviamente parlando di
Graham Bonnett, magistrale ugola di "
Down To Earth", ossia il primo passo verso il mercato americano dopo l'abbandono dell'intransigente
Ronnie James Dio.
Precedentemente autore di un mini-lp che aveva attirato le attenzioni di migliaia di chitarristi,
Impellitteri ingaggia una band di fama mondiale: a parte il tastierista
Phil Wolfe, non certo un nome di punta, il quintetto è infatti completato da una sezione ritmica a cinque stelle, che vede
Chuck Wright al basso e
Pat Torpey alla batteria. Anche "
Stand In Line" (questo il titolo del 33 giri) esce per
Relativity Records, che aveva già pubblicato il menzionato ed omonimo EP, tuttavia le differenze stilistiche e compositive risultano sostanziali. Rispetto all'esibizione di velocità sciorinata un anno prima, l'album si rivela immediatamente più song-oriented, probabilmente anche come segno di rispetto nei riguardi di un frontman con un passato così sontuoso. Dopo l'esperienza a fianco di Blackmore, occorre ricordare che Bonnett ha visto passare nei "suoi" Alcatrazz addirittura lo stesso Yngwie Malmsteen (su "
No Parole From Rock'n'roll") e l'allora astro nascente
Steve Vai (su"
Disturbing The Peace").
"Stand In Line" parte con la bellissima title-track, il cui riff viene "sparato" in contemporanea da chitarra e tastiera: Graham, dal canto suo, ci mette ben poco per immergere l'ascoltatore nel confortante liquido amniotico dei mai dimenticati Rainbow. Sempre in tema di "tradizione", arriva un remake di "
Since You've Been Gone", hit single di "Down To Earth", che registra un trattamento più guitar oriented rispetto all'originale, nonostante l'imprinting di Bonnett non lasci adito ad alcuna recriminazione di "lesa maestà". Diciamo che manca il bridge "saltellante" di piano, ma si sa che il metal 80's non bada troppo al "sottile" dei particolari. Restando nell'allargata Purple family, di lì ad un anno anche
David Coverdale imporrà agli
Whitesnake di "
Slip Of The Tongue" una versione "asciugata" dalle tastiere del classico "
Fool For Your Loving", che perderà completamente l'innocenza bluesy dell'originale in favore di un bombastico "hair" make-up. Si torna a cavalcare l'onda alta dello shredding in "
Secret Lover", prima che il secondo rifacimento del disco chiuda il lato A: trattasi del classico popolare "
Somewhere Over The Rainbow", con l'acuta chitarra di Chris a sostituire la soave voce di
Judy Garland (dal film
Il Mago Di Oz).
Chris e Graham si "aiutano" a vicenda, nel senso che il primo guadagna ulteriore credibilità lavorando con un cantante dal simile pedigree, mentre il secondo ha l'occasione di tornare con tutte le scarpe nel mondo hard'n'heavy dopo lo scioglimento degli Alcatrazz ed una fugace apparizione a fianco di
Michael Schenker nel travolgente "
Assault Attack" (1982). Impellitteri si rivela arguto anche nell'assecondare le caratteristiche di Bonnett nell'opener del lato B, ovvero lo spettacolare mid-tempo "
Tonight I Fly", traccia nuovamente cadenzata da un mirabile impasto guitar/keys che esalta gli istrionismi dell'ex Rainbow. "
White & Perfect" suona invece più urgentemente mainstream, a differenza di una "
Leviathan" che ricorda abbastanza da vicino l'Yngwie Malmsteen epico di "
Marchin' Out". Il finale viene lasciato alla spedita "
Goodnight & Goodbye", che anticipa la strumentale "
Playing With Fire", intensa palestra di esercizio per la velocità supersonica racchiusa tra le dita di Chris.
Dopo "Stand In Line" la collaborazione tra Impellitteri e Bonnett si interromperà in breve tempo, tanto che, per rivedere in circolazione un nuovo album a nome del guitar-hero occorrerà attendere addirittura un lustro. Parliamo di "
Grin & Bear It", anno 1993, col ritorno di
Rob Rock dietro al microfono. Le strade di Chris e Graham si incroceranno ancora nel 2002 per la realizzazione di "
System X", che però non arriverà nemmeno a sfiorare l'elegante songwriting di "Stand In Line". D'altra parte, la magia 80's è qualcosa che non si evoca a comando.