Se c'è un settore in cui la scena francese - mai nota per particolari doti di qualità o quantità nell'ambito metal - si sta ormai da anni distinguendo in un progressivo e costante miglioramento è sicuramente quello estremo, del black in particolare. I
Blut Aus Nord sono uno dei capisaldi di questo movimento legato al tradizionalismo ma anche aperto a sperimentazioni di vario genere. "Memoria Vetusta II - Dialogue With The Stars", come si può facilmente intuire dal titolo stesso, è il seguito del lavoro prodotto dalla band transalpina nell'ormai lontano 1996, quando alla crisi prodotta dagli eventi che sconvolsero l'ambiente in quegli anni seguì una dispersione di sforzi nelle direzioni più disparate. Il nostro trio scelse la strada dell'ambient, proponendo uno stile old school per quanto riguardava la scelta di suoni e strutture, unito alla passione per l'atmosfera creata da un sottile tappeto di tastiere e da lunghe divagazioni strumentali. Purtroppo non ho ascoltato il primo episodio e non posso dunque fare un confronto, ma immagino comunque che a dispetto della decina abbondante di anni ormai passati le intenzioni del gruppo non siano poi così cambiate. Così come non avrà subito variazioni considerevoli in gusto per le melodie create dalle chitarre, ora malinconiche ora epiche, impegnate in sovrapposizioni cariche di delay basate meno che in passato sulla dissonanza e più sull'armonia. Le lunghe parti dove il tempo è dilatato e la musica più accomodante fanno da contraltare alle improvvise accelerazioni di stampo più classico, dove i blast beat e lo screaming riportano a lidi più noti, ma non per questo trascurabili o meno interessanti. Nelle prime sezioni la voce invece è praticamente assente, puro accompagnamento alle visioni oniriche create da questi ottimi strumentisti, impegnati a costruire strutture complesse e a tratti anche nervose, inquiete. In alcuni frangenti mi hanno ricordato i Lunar Aurora, tra i maestri in questo genere. "Memoria Vetusta" rimane un album difficile, consigliato a chi non cerca nel black metal solamente una scarica di violenza, ma anche riflessione e introspettività.
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