Non c'è proprio nulla da fare, i
Vomitory hanno deciso che non vogliono dare nessuna opportunità allo scribacchino di turno di poter parlare male di loro. Dopo lo spettacolare "Terrorize, Brutalize, Sodomize", il combo svedese ci impartisce un'altra lezione di puro ed incontaminato death metal in formato vecchia scuola, dando ancora una volta l'impressione che per quanto lo stile sia rimasto pressochè immutato negli anni i Vomitory sono sempre riusciti a sfornare dischi di ottima levatura.
Arrivati a questo punto, coloro che hanno un minimo di dimestichezza con la band, potrebbero anche evitare di finire di leggere la recensione e di leggere il voto in calce e prepararsi già a sfoderare un bel ventone dal proprio portafogli. Mi rivolgo quindi a tutti quelli che con i Vomitory non hanno grande confidenza: in
"Carnage Euphoria" brani come
"The Carnage Rages On",
"The Ravenous Dead",
"Serpents",
"A Lesson In Virulence" o
"Rebirth Of The Grotesque" vi snoccioleranno l'ABC del death metal made in Sweden, con riff granitici che spesso e volentieri si trasformano in bordate thrasheggianti, assoli scarni e minimali dalle parvenze slayeriane, batteria che non va troppo per il sottile con una doppia cassa furiosa e blast parossistici e un bel vocione gutturale che in ogni singolo "UUUUH!" trasuda death metal come i pori di un maratoneta trasudano sudore.
Onore e gloria ai Vomitory dunque, per l'ennesima volta autori di un disco molto convincente pur rimanendo fedelmente ancorato al tanto caro ed amato TUPATUPA che a distanza di più di vent'anni continua ad emozionare gli amanti del genere. I detrattori si attacchino pure sterilmente all'immobilismo stilistico di questi svedesi, ne otterranno solo sguardi di malcelata compassione da parte di coloro che il death metal lo professano e lo vivono.