Primo vero full-length anche per i nostrani
Nevernight che li candida, direi, a una o più (meritatissime) chance di firmare finalmente per una label. E' davvero inaccettabile che certi gruppi nettamente mediocri siano le punte di diamante delle label e che i quattro, dotati di grande tecnica, personalità e voglia di fare, siano costretti ad autoprodursi e a non aver il minimo di vetrina.
Ma passiamo ad analizzare il loro omonimo album. La proposta del gruppo è piuttosto chiara fin dall'inizio: heavy metal duro e puro con soventi percursioni thrash coadiuvate da ispirate digressioni simil-prog. Una sorta di Judas Priest meets Testament meets Queensryche... riletto in chiave personale, ovviamente. Il tutto è, neanche a dirlo, ottimamente suonato, oltre ad essere dotato di una buonissima produzione capace di risaltare le doti del gruppo.
Certo c'è ancora qualcosa da limare, come il minutaggio eccessivo, la poca ispirazione in certi passaggi e una personalità ancora da definire alla perfezione, ma come inizio direi che va più che bene: sentirete ancora parlare dei Nevernight!
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