"The Rebel you Love to Hate": un titolo che è tutto un programma. Con una copertina questa volta ispirata (o meglio, plagiata) al Michael Schenker Group, torna dopo sette anni quel pazzo ribelle di Billy Milano, un tempo cantante dei grandiosi S.O.D. assieme a Dan Lilker (Nuclear Assault), e alla coppia Charlie Benante/Scott Ian degli Anthrax, e poi leader indiscusso dei "suoi" M.O.D., acronimo che starebbe per "Method of Destruction". Se avete conosciuto e amato i M.O.D. di album strampalati e geniali, oltre che dannatamente thrash, quali "U.S.A. for M.O.D.", il demenziale "Surfin' M.O.D.", o "Gross Misconduct", questo album potrebbe essere una cocente delusione. Se invece già siete preparati al peggio, e ad un album moderno in tutti i sensi, beh, allora continuate pure a leggere questa recensione.
Già, perché questo "The Rebel you Love to Hate", pur non perdendo il trademark della band, contiene canzoni di metal/rap (e fin qui ci può anche stare, gli Anthrax lo fanno a sprazzi dal 1986) accanto ad altre quasi nu metal. Il disco si apre proprio con la rappeggiante "Wigga", che in più punti mi ha ricordato gli esperimenti Anthrax cui accennavo sopra, da "I'm the Man" a "Bring the Noise" (la fine del ritornello è pressoché identica). I momenti più "nu" si toccano invece con la title-track, mentre rappresenta un piccolo passo indietro la successiva "Makin' Friends is Fun", l'episodio musicalmente più vicini ai M.O.D. del passato, quelli che univano con ottimi risultati liriche demenziali a thrash e hardcore. Un episodio a sé stante è rappresentato invece da "De Men of Stein", parodia dei Rammstein e delle loro sonorità "fascist-fashion", come le chiama Billy; divertente, sì, ma sembra veramente di sentire i Rammstein, gruppo che francamente non sopporto. Con l'accusatoria "Rage Against the Mac Machine" (che non manca di richiami a fraseggi famosi dei R.A.T.M.) e "Ass-ghanistan", Billy Milano e la sua band confermano di voler fare nel presente quello che fecero nel passato, scimmiottando sounds e band in voga, pur senza perdere quel trademark e quella base thrash che li ha accompagnati sin dagli esordi. In "The Rebel you Love to Hate" c'è poi posto anche per un tributo ai Kiss (che Billy ha sempre odiato… mah!) con "Get Ready", uno degli episodi migliori del lotto. Questo disco meriterebbe due recensioni distinte, una per la musica e una per i testi, che sono come sempre il punto forte dei dischi dei M.O.D.; meritano particolare menzione una "Rage Against the Mac Machine", nella quale Billy sferra un altro attacco all'odiato Tom Morello e agli "ipocriti" (a detta sua) R.A.T.M., e la già citata "De Men of Stein", che parla essenzialmente delle diffuse tendenze fasciste. Ad arricchire il tutto troviamo quattro radio edit versions, destinate alla diffusione radiofonica, e un live fasullo (ma spettacolare!) della song "Get Ready".
I vecchi fans della band potrebbero inizialmente soffrire nel sentire un album così moderno, ma non è detto che non possano apprezzarlo al secondo ascolto. Superata la delusione iniziale potrebbe infatti rivelarsi un grande disco, da ascoltare comunque senza paraocchi e pregiudizi musicali... e per dirlo un intransigente "ottantiano" come me, ce ne vuole!!
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