Arrivano dal Veneto questi cinque ragazzi che rispondono al nome di
LVQ. Carismatici e ben determinati, nonostante siano al debutto, mostrano già le idee ben chiare su quale sia l'orientamento e l'intensità della loro opera, espressa in maniera magistrale su questo ottimo demo completamente autoprodotto. "Y" è un album che si ciba in quantità eguali di musica, cinema, arte, storia e cultura. Ne sono lo specchio i continui riferimenti matematici, i samples tratti da film visionari come "Pi Greco" di Aronofski o da celebri episodi della storia (o sarebbe meglio dire della cronaca nera?) del nostro paese, i campionamenti di videogiochi e tante altre piccole chicche che vi lascio il piacere di scoprire da soli. Il tutto immerso in un substrato che parte dal rock, o meglio dal crossover, per mescolarsi con jazz, elettronica, ambient. Lo stile degli LVQ è sempre teso, con un senso d'urgenza che pervade tutte le composizioni: ne è lampante la prestazione maiuscola di Bobo dietro le pelli, nervosa e terribilmente dinamica. Tutti e cinque i musicisti portano in dote un bagaglio tecnico di tutto rispetto, che permette loro di spadroneggiare in questo non-genere dove tutto è continuamente in evoluzione e nulla è dato per scontato all'ascoltatore. Forse è questo l'unico neo di "Y", il fatto di non offrire punti di riferimento ma anzi giocare a spiazzare in continuazione, a mescolare le carte in tavola mantenendo sempre la propria coerenza di fondo. E il tutto assume più valore perché è autoprodotto, pensato, suonato e registrato con la passione. A livello concettuale mi hanno ricordato altre interessanti band emergenti del nostro panorama, come i pisani Paranalysis o i romani Neverdream. Segno che, nonostante le ovvie differenze stilistiche, c'è un movimento comune di fondo che anima il nostro mondo underground, composto sia da una grossa fetta di cuore ma anche da tanta ricerca e professionalità. Nonostante l'assenza delle vocals, "Y" è un album che non stanca mai e anzi approfitta dell'assenza di questo elemento per far esprimere meglio gli altri interpreti. Insomma, davvero un ottimo lavoro ragazzi!
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