Tornano gli "Iron Maiden" del Folk Metal, e tornano col botto! Il nuovo disco degli
Skyclad, infatti, ha la invidiabile caratteristica di trasmettere energia pura, adrenalina, ascolto dopo ascolto. Non c'è niente da fare, nulla può la tecnica, la produzione o il marketing contro la classe e l'attitudine, doti che negli Skyclad abbondano.
L'opener
"Words upon the Street" è l'emblema di questo
"In the... All Together", ossia potenza, ritmi trascinanti e coinvolgenti oltre misura, ed una grande carica energetica; la successiva
"Still small Beer" è un pezzone velocissimo e indemoniato, vero inno alla birra con tanto di assoli incrociati tra violini e chitarre, che goduria! Anche l'intro malinconica di
"The well-travelled Man" non vi tragga in inganno: è questione di attimi, e l'ennesimo anthem Skycladiano esploderà in tutta la sua potenza.
In generale, da quando
Kevin Ridley ha abbandonato la consolle ed è passato alla chitarra ritmica ed al microfono, il soind degli Skyclad sembra aver leggermente virato verso lidi più rocciosi; la band sembra rinvigorita, e dai tempi di Martin Walkyier ad oggi sono forse cambiate le carte in fase di arragiamento, tendendo a prediligere una produzione più roboante, ma mantenendo inalterata la ricetta sonora, che ormai per la band è un vero e proprio marchio di fabbrica. Basta ascoltare brani come
"Black Summer Rain", per capire di cosa parlo: riffoni grossi quanto una casa, potenza sonora allo stato puro, ed un gran lavoro di tutti gli strumentisti, l'ottimo Graeme English (bassista della band) in primis.
Ma non serve andare molto in là per ritrovare le origini degli Skyclad:
"Babakoto" è un brano acustico e suggestivo, ma che sa mantenere un ritornello esplosivo;
"Superculture" fruisce golosamente di melodie quasi orientaleggianti,
"Which is Why" è celtica fin nel midollo....
"In the... All Together", insomma, è un gran bel disco. Un disco convincente da parte di una band che è una vera e propria istituzione nel suo genere; gli Skyclad hanno tutto il mio rispetto e l'ammirazione, per la loro coerenza, per il loro sapersi rinnovare senza tradirsi, per la classe e la raffinatezza, che sanno unire ad una energia animalesca. Sangue dei celti, e buon sangue non mente.