Italiani, brava gente... Dopo aver tanto a lungo cercato un valido continuatore della "legacy" iniziata dai Lacuna Coil, prima del loro imbastardimento commerciale, mi sono finalmente imbattuto in una di quelle bands che, per caso o calcolo, potrebbero agilmente rilevare dalle mani di Cristina Scabbia e soci lo scettro di "
modern Italian gothic female oriented metal band"... bello, mi piace, facile da memorizzare...
Insomma, famo a capisse: i
Regardless of Me suonano dannatamente bene una mistura di gothic metal molto possente, dote dovuta principalmente all'utilizzo, da parte del mastermind Emiliano Sicilia, di chitarre a 8 corde, che gli consentono sonorità tra le più disparate. Il tutto è abilmente condito con accenni elettronici (ma non parlate di trip-hop, per favore! Certi colleghi non sanno cosa scrivono...), e ingioiellato dalla voce della bravissima
Pamela Manzo, vero fiore all'occhiello di questa band. I brani sanno abilmente destreggiarsi tra atmosfere cupe e malinconiche, alternando momenti più pesanti e metallosi (
"City of Glass",
"Wounded"), ad altri in cui più si avvicinano ad act come i Delain o i Within Temptation (
"Regardless",
"For Eternity"), ad atmosfere più sognanti ed eteree (
"The Morning Light", quasi interamente pianistica). Potremmo facilmente fare il gioco del "chi mi ricorda?", ascoltando
"The World Within", e questo è senza dubbio dovuto ad una manciata di composizioni che, visto il genere, non brillano per innovatività: il gothic metal, con i suoi parenti più prossimi, è uno di quei sottogeneri che lavora su strutture melodiche e armoniche ben stabilite, operando al massimo su divagazioni in fase di arrangiamento e di melodia, ma mai snaturando la natura intrinseca del pezzo, che di per sé mantiene quelle caratteristiche di "quadratura", maliconia, struttura strofa-ritornello (quasi) mai intaccata. Ciò nonostante, i Regardless of Me riescono ad inserire spesso e volentieri brevi ma intense fughe strumentali, superbamente cesellate dai bellissimi solos dell'ipertecnico Sicilia, che rendono il prodotto piacevole da scoprire e da gustare.
Un disco che non annoia, che sa affascinare e prendere la mano, e che cresce con gli ascolti, per usare una frase tanto abusata ma, in questo caso, pertinente. Ho un gran piacere nel poter supportare una band di metallo italico; se solo riuscissimo a faf fruttare in maniera adeguata le enormi potenzialità che stiamo dimostrando negli ultimi anni, faremmo veramente concorrenza a chiunque. Ma, com'è noto, vivere nella Terra dei Cachi ha i suoi pro, pochi, ed i suoi contro, troppi...
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