A distanza di tre anni tornano sul mercato anche questi
Blackjumper, band che in passato si fece apprezzare anche sulle pagine virtuali di EUTK per un proposta a suo modo originale, che viene replicata e rinforzata con questo nuovo
Across The Deadline. Si potrebbero fare innumerevoli giri di parole per descrivere la loro cifra stilistica, vi basti sapere che fanno dell'isterismo, del nervosismo cronico, e di una certa furia liberatoria da stress il loro cardine su cui muoversi, e distruggere tutto. Blackjumper è una band eclettica, ricca di spunti che non ti aspetti, come una certa vena Funky che ogni tanto emerge e va a ricordare perchè no gli Extrema dei primi dischi, per poi ripiombare in tutta tranquillità in fiumi di Hardcore, spezzati all'improvviso da aperture Rock che grazie alla produzione secca e live ricordano un qualcosa degli anni 70 che furono, gli anni d'oro del vero Hard Rock, stile che fra l'altro emerge ogni tanto nei solchi di questo disco. Si potrebbe suddividere l'analisi di questo album con un classico, quanto noioso, track by track, ma per assurdo si finirebbe per dire le stesse cose di ogni canzone. Nella loro totale eterogeneità questi ragazzi non fanno altro che ripetere la stessa soluzione in ogni traccia, però a differenza di tanti altri lo sanno fare, e alla fine hanno sempre qualche cosa di valido da dire. Alla conclusione dei giochi sono molto più omogenei e monocolore di quello che appaiono, e non è una critica, anzi è proprio in questa particolare e originale visione della musica che riescono ad aprirsi un loro spazio personale. Spesso si dice che bisogna avere il coraggio di scommettere sui giovani, inutile dire che se lo meritano.
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