Avevo già avuto modo di imbattermi nei tedeschi
Eisenvater in occasione dello split con i Japanische Kampfhorspiele, e poichè un brano era francamente troppo poco per dare un'opinione, avevo molto ignavamente sospeso il mio giudizio. Ora che tra le mani ho il quarto full length del gruppo, intitolato con molta fantasia
"IV", sono finalmente in grado di avere una panoramica più completa e soddisfacente che mi consenta di recensire finalmente questo gruppo.
Innanzitutto una premessa: gli Eisenvater non fanno metal. Non sono come siano i trascorsi musicali dei precedenti tre album, ma con questo nuovo lavoro (come peraltro nello split coi JK) la band si muove su territori prossimi all'alternative-post, francamente difficili da decifrare e descrivere da parte di chi come me in questo ambito si sente come un pesce fuor d'acqua. Il disco si dipana tra momenti perlopiù affidati alla sezione strumentale, con melodie dissonanti e spezzate, su cui irrompe il cantato in madrelingua di Lipka e Sudmann creando un amalgama sonoro che a tratti potrebbe vagamente ricordare i Sonic Youth anche per via di un certo rumorismo che gli Eisenvater si divertono a coltivare, pur non raggiungendo gli eccessi della band newyorkese.
Il disco è sostanzialmente tutto qui, anche se consiglio vivamente a chi fosse interessato di approfondire il discorso andandosi ad ascoltare direttamente la musica di questo combo tedesco, che sfugge come un'anguilla ad ogni tentativo di catalogazione soddisfacente.
Per quel che riguarda la valutazione, mi avvalgo della facoltà di non rispondere bollando con un bel "senza voto" questo lavoro che personalmente non rientra nelle mie corde e che non saprei come giudicare.
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