Dalla Grecia con furore, ecco questi Bullethole, misto tra thrash e hardcore violento, il tutto unito a suoni e attitudini moderne, che sfiorano il nu. Premetto che sono solitamente avverso a certe sonorità, fatte di chitarroni compressi e via dicendo, eppure questo "Incarceration" mi piace. Sarà per le forti radici thrash e hardcore, sarà per la rabbia spontanea e selvaggia che ogni canzone trasuda, sarà per la cattiveria di pezzi quali "Twist the Knife"... Descrivere esattamente la proposta della band non mi è facile, anche perché, da ottantiano quale sono, non conosco molti altri gruppi di questo stile; potrei dirvi che sono i Pro-Pain incattiviti all'ennesima potenza, con più thrash (seppur moderno) e pompati da un sound quasi alla At the Gates. Tra incursioni nel post-thrash alla The Haunted, stacchi crossover e scelte stilistiche alla Hatebreed, questo "Incarceration" si rivela un album molto variegato, nel quale si mescolano molti elementi, per un mix al passo con i tempi di pura violenza, senza compromessi. Qualche momento di calo in questo full-length c'è, a dir la verità, come in "Nothing Will Remain" o nella poco convincente "Broken Lies, Shattered Alibies", ma nel complesso si resta ben sopra la sufficienza. La produzione è, come prevedibile, esasperata in tutto, dalle chitarre abnormi alla batteria, della quale una cassa triggerata copre in parte un rullante vivo e asciutto, che dà al sound generale un tiro notevole. Oltre alla buona capacità compositiva, questi Bullethole mostrano anche una ragguardevole capacità tecnica, soprattutto in sede ritmica. Personalmente, avrei preferito più pezzi vicini al sound hardcore della opener "Twist the Knife", ma non si può avere tutto dalla vita; nel complesso si tratta, comunque, di un lavoro sopra le righe, che può rivelarsi una buona sorpresa per varie tipologie di ascoltatore.
Non è ancora stata scritta un'opinione per quest'album! Vuoi essere il primo?
Non è ancora stato scritto nessun commento per quest'album! Vuoi essere il primo?