A parte la superflua "Intro", la prima release dei
Vitthra, propone poi una manciata di canzoni assolutamente convincenti. E' il Death Metal d'estrazione scandinava a caratterizzare fortemente "Subconscious Intent", già a partire da "Brutal Fate", anche se poi certi "scontri" vocali, tra il frontman Rubens Begatin ed il chitarrista Alessandro Pelà, richiamano soluzioni più vicine al Metalcore d'oltreoceano. Il comune denominatore tra le canzoni resta comunque quel mix tra l'energia e l'istinto aggressivo che la formazione di Rovigo mette in campo, stemperata al più da diversi, e comunque riusciti, fraseggi ed assoli di chitarra (l'altro chitarrista dei Vitthra è Alessandro Bassani, e da qualche sporadica melodia vocale, come avviene, ad esempio, su "Crisis" o la conclusiva, ed ambiziosa, "Silent Room". "Carnal Doll", "Mary" l'assassina "Poser" (forse la più riuscita dell'EP), vanno addirittura ad accentuare i toni, spinte come sono dal drumming forsennato di Domenico Pepe, ma anche il bassista Alessio Bertelli ci mette molto del suo nell'esasperare i ritmi.
In pochi anni (si sono formati solo nel 2007) ed alla prima incisione professionale, i Vitthra hanno raggiunto risultati che fanno ben sperare per il loro futuro, anche se per andare lontano oltre alla violenza frontale servirà un pizzico di personalità in più.
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