Gli Shameless sono uno degli ultimi prodotti di quella grande tradizione che affonda le radici nell’attitudine rock nata con i Rolling Stones e nel look esagerato e provocatorio messo in atto dai New York Dolls, proseguita poi con il sensazionale successo della musica-spettacolo dei Kiss, esplosa nel movimento glam/street degli anni ’80 e trascinatasi tra alti e bassi fino ad oggi, magari ridimensionata a livello di popolarità ma ancora vitale.
Rock’n’roll come fisicità, gioia, divertimento, provocazione, sesso, eccesso, suoni forti ma orecchiabili, anthems da godere cantando a squarciagola, semplicità ruspante di un rock da ascoltare, guardare, ballare, s-ballare, alimento semplice e sano libero dalle pastoie pseudo-intellettuali delle quali è stato gravato nel corso della sua crescita.
L’effetto massimo lo si raggiunge, come è noto, in sede di concerto quando la simbiosi tra musicisti e pubblico si consolida sulla carnalità, sul sudore e gli odori, sui rumori e le vibrazioni che viaggiano tra palco ed audience in entrambe le direzioni.
Logico quindi che gli Shameless, glam-rock band Tedesco-Statunitense, giunta alla sua quarta realizzazione scelga di pubblicare un album quasi interamente dal vivo.
Quel “quasi” stà ad indicare che il disco si apre con una coppia di cover da studio, “Daydream believer” dei The Monkees e la celeberrima “Start me up” degli Stones. Niente di travolgente, un antipasto per la serie di brani registrati durante l’ultimo tour Britannico comprendente le migliori composizioni della band. Anche dal vivo non mancano comunque gli omaggi ad altre formazioni, vedi il famoso hit pop-rock “I want you to want me” dei Cheap Trick o l’immancabile classico dei Kiss “Rock’n’roll all nite”, ma le canzoni degli Shameless pur non essendo nulla di speciale o memorabile non sfigurano al confronto.
Musica divertente e scacciapensieri per questo gruppo dalla line-up mutevole come il vento, che ruota intorno alle figure del bassista germanico Alexx Michael ed al vocalist Steve Summers (Pretty Boy Floyd) pronti alla collaborazione con artisti del settore come Kerri Kelli (Warrant, Ratt, Pretty Boy Floyd), Tracii Guns (L.A.Guns), Eric Singer (Kiss, Alice Cooper, Badlands) o l’altro ex-Kiss Bruce Kulick.
Allegra atmosfera da rock-party, zeppa di riffs rock’n’roll e ritornelli accattivanti, liriche piene di sesso e sentimento, assoli torcibudella come nella migliore song del lotto “Queen 4 a day”. Qualche strizzata d’occhio al rock-fm tipo l’esile pop-bubblegum “Don’t hesitate”, qualche ammiccamento all’hard ruvido in “Shock the world” o nella cupa e dirty “Toy human”, ma nessuno si aspetta particolari sorprese quando entrano in gioco tonnellate di rossetti, mascara e folte chiome cotonate.
Un disco ideale per accompagnare qualche festa piena di fanciulle e gradazioni alcoliche, un album ottimo per una pausa rilassante ma non esageratamente molliccia, un lavoro che non entrerà nella storia, magari un po’ anonimo ma anche piacevole all’ascolto.
Se non inorridite di fronte al trucco da poseroni può diventare il classico cd da esibire in compagnia di amici non seguaci del metallo pesante.
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