Dopo aver realizzato due album sul finire degli anni '90 temevo di dover dare gli
Heimdall per dispersi. Invece grazie alla Scarlet Records rieccoli in pista con il nuovo album "The Almighty". Nel frattempo la lineup ha dovuto superare qualche tribolazione e sopratutto il singer Claudio Gallo non è più dalla partita. Sebbene a me non fosse per niente dispiaciuta, la sua prestazione su "Lord Of The Sky" e su "The Temple Of Theli" era stata oggetto di non poche critiche, per il suo particolare timbro di voce, piuttosto grezzo ed aspro. Credo che i detrattori avranno ben poco di lamentarsi invece del nuovo cantante Giacomo Mercaldo, che è dotato di una voce potente e ricca di pathos e che evita di lanciarsi nella facile (si fa per dire!) emulazione di Kiske. Non si tratta dell'unico cambiamento in casa Heimdall, dato che anche sul piano musicale ci sono parecchie novità. Abbandonate le atmosfere barocche, il largo uso di cori e di passaggi sinfonici, le cose si sono fatte più semplici, i brani sono più diretti, con melodie ed un guitarwork che riescono ad attirare facilmente l'attenzione dell'ascoltatore. In parecchie occasioni mi è venuto spontaneo accostare il nuovo corso degli Heimdall alla produzione più power dei Falconer, anche perché la voce di Giacomo Mercaldo ricorda spesso quella di Mathias Blad. Credo che il caso più lampante sia rappresentato da "Godhall" e "Beyond" che non avrebbero assolutamente stonato su "Chapters From a Vale Forlorn". Ad ogni caso non stonano nemmeno su "The Almighty", dove sono pure in buona compagnia. Subito in palla infatti, con l'up tempo "The Calling" sorretto da una martellante doppia cassa e con il nuovo singer che dimostra di non essere capitato li per caso. Sempre veloce e potente la seguente "The Search" su cui inseriscono parti sinfoniche e corali ed altre tendenti al prog. Più cattivo e meno epico l'inizio di "Eternal Race", che si rivela poi un brano arcigno ma "ammorbidito" da un ritornello trascinante. Le chitarre acustiche e le atmosfere epiche di "Godhall" rendono questo pezzo uno dei miei preferiti dell'intero album. E' anche il brano che permette a Mercaldo di mettersi in maggior evidenza, mentre le chitarre e le tastiere prendono il volo sulle speedy "Wanderer" e "Return To The Fatherland". Si va verso la conclusione con la potente ma tutto sommato canonica "Last Journey", il mid tempo "Beyond" (ecco un altro stupendo refrain!) ed infine la ballad acustica "Symit", dai toni malinconici e dagli interessanti intrecci vocai. Proprio come speravo: i rinnovati Heimdall hanno imboccato nuovamente la strada giusta, e "The Almighty" è un nuovo inizio... un ottimo inizio.
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