Già dall'artwork di questo debutto degli
The Few Against Many si respira l'aria dei primi anni '90 svedesi (e non è certamente un caso che l'autore sia quel
Dan Seagrave che ha partorito copertine storiche di gruppi come gli Entombed), e bastano le prime note di questo
"Sot" per rafforzare questa sensazione: la mente va subito ai geniali Edge Of Sanity di quel deus ex machina corrispondente al nome Dan Swano ed alla miscela di death metal melodico di stampo nordico e ad un amore viscerale per partiture intricate e progressive.
Sissignori, pur con le dovute proporzioni, questo "Sot" ripropone un sound ormai dimenticato dai più, debitore appunto alla band dei due "Crimson" ma che non si limita a seguire pedissequamente le orme dei maestri, ma cerca di rendere e moderno ed attuale quello stesso spirito. Ecco quindi che le orchestrazioni trovano largo spazio, assieme alle tastiere e a qualche campionamento dal sapore decisamente odierno, evitando grazie a Dio (cioè Dan Swano) qualsiasi pacchianata in stile boombastic Hollywood salcazzo metal. I brani poi sono veramente strutturati in maniera ottima, con riffoni potenti in stile swedish death di primi anni '90, tastiere mai invasive, arpeggi e momenti più soffusi, con il vocione di Christian Alvestam sempre in prima linea. Un disco capace di suscitare diversi stati d'animo ed in grado di rappresentare un ascolto piacevolissimo sia per i deathster più incalliti sia per gli amanti di sonorità più complesse e stratificate. Uscire indenni da brani come "Hadanfard", "Brand Mark" o "Blod" è affare per pochi insensibili.
Personalmente, da amante sfegatato degli Edge Of Sanity, ascoltare un album del genere mi ha provocato non pochi brividi di piacere, pertanto consiglio l'acquisto di questo platter a tutti coloro che condividono con me questo amore platonico per Dan Swano. Ma pure agli altri un'ascoltatina la consiglio, sia mai che scoprono un po' di musica buona.
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