Pensate alla classica freeway americana, apparentemente sconfinata come il panorama che la circonda, da percorrere al crepuscolo sulla Vs. decapitabile nuova di zecca con la brezza estiva che Vi accarezza convulsamente la chioma (per chi ce l’ha!). L’autoradio è sintonizzata su una delle tante stazioni di rock classico di stampo “adulto” identificata con una di quelle belle ed enigmatiche sigle (KROQ, KBQQ, …) e la musica che ne fluisce è fatta di note lussuose, morbide, languide e vivaci, con un pizzico di quella sognante malinconia perfetta per le reminiscenze sentimentali di una giornata vicina alla sua conclusione.
Beh, presumo che dovrete fare un piccolo sforzo, soprattutto se siete abituati alle code interminabili del traffico tipico delle nostre metropoli, magari chiusi in una più sobria utilitaria, eppure ascoltando questo “Whose skin are you under now?”, terzo parto discografico dei britannici
Radio Silence si è naturalmente trasportati verso quel tipo d’immaginario, molto ottantiano e molto celebrato.
Alistair Gordon, mastermind del gruppo, benché forse non così noto, è una “vecchia volpe” del settore con all’attivo collaborazioni autorevoli con Eric Clapton, Paul Young, Mick Jones, Tony Banks e Average White Band, e conosce perfettamente l’arte della composizione (e dove non “arriva” personalmente si fa aiutare da gente piuttosto preparata, vedasi la bella rilettura di “Hide your love away” firmata da Lennon e McCartney!), vantando una notevole completezza espressiva nel realizzare un prodotto pregno di suoni luccicanti, levigati e di gran classe, dove la “presa” nelle linee melodiche e vocali e una temperata dose di “graffio” rendono il tutto piuttosto godibile e fresco anche quando vengono seguite modalità operative tutt’altro che rivoluzionarie.
Tra atmosfere soffuse e rilassate e momenti maggiormente esuberanti, i Radio Silence mettono in campo tutta la loro vocazione e la loro perizia nell’ambito della FM music d’estrazione yankee, condendola con quell’impercettibile ingrediente “segreto” che distingue un cliché eccessivamente schematizzato da un programma di canzoni vitali e assai piacevoli pur nel loro rigore stilistico.
Appassionati di Toto, MTB, Foreigner, Heartland, Strangeways, Steelhouse Lane e, in minima parte, anche di Deep Purple (la pregevole voce di Alistair evidenzia anche alcune piccole affinità timbriche con quella di Ian Gillan … sentitela, ad esempio, in “Wall of silence” o nella bluesy “Shotgun love”, per un riscontro abbastanza istantaneo), non lasciatevi sfuggire questo disco dalla discutibile copertina, ma dal notevole spessore artistico, arricchito da una smagliante produzione che ne valorizza ulteriormente il contenuto: sarà innanzi tutto, uno splendido compagno di “viaggio” (qualunque sia il contesto “stradale” in cui Vi troverete) e poi anche un egregio intrattenimento “casalingo”.
A questo punto rimane solo un quesito… Perché si vuole ricorrere al “Silenzio Radio”? Gordon & C. avranno trascorso un periodo di vacanza dalle nostre parti, dove purtroppo si è costretti, vista la qualità della maggioranza dei programmi disponibili, proprio a rivolgersi allo strategico pulsante OFF per difendere efficacemente i propri apparati uditivi?
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