I
Saltatio Mortis per il sottoscritto restano un mistero sin da quando esordirono con Tavernakel nel lontano 2001. Non capisco dove sia la loro ricetta vincente nel proporre quello che loro chiamano "Medieval Rock", che tradotto in Italiano non è altro che una poco riuscita commistione di chitarre elettriche e qualche vago arrangiamento che rimanda a suggestioni musicali di tanti secoli fa. Questo nuovo
Wer Wind Sät non fa che portare avanti il discorso artistico che da anni ostinatamente non vogliono mollare, soltanto che in questa occasione c'è un'aggravante non da poco, ossia una generale e molto omogenea mancanza di idee e di spunti quanto meno appetibili. In formazione sembra che siano una vera e propria orchestra, nemmeno si contano per quanti sono i musicisti coinvolti, quando poi parte la musica invece sembrano in tre. Canzoni tutto sommato scarne dove nemmeno questa tanto sbandierata vena medievale sembra così importante, come del resto anche quella Rock, limitata a riff veramente scialbi e senza mordente. L'eccessiva durata del disco può risultare uno scoglio insormontabile per la pazienza di molti che magari convinti di aver trovato dei nuovi In Extremo o ancora meglio gli eredi dei Subway To Sally si accingono con speranza nella loro scoperta. Rimanendoci male. Per sintetizzare questo discorso bastano titoli come Letzte Worte e Rastlos, brani piatti e spenti, dove per ripetermi un'altra volta ne la vena medievale tanto meno quella Rock vengono esplorate a fondo. Superficialità, approssimazione, noia e vuoto, per non parlare di un cantato in Tedesco che non è il massimo dell'armonia. A qualcuno piaceranno sicuramente, ai veri appassionati è consigliato ben altro.
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