Che disco.
Alla terza prova sulla lunga distanza, gli australiani
Voyager dimostrano di aver appreso la lezione, correggendo impercettibilmente il tiro e confezionando un album che, lo dico con convinzione, è davvero strepitoso.
"
I am the reVolution" continua il discorso sonoro dell'ultimo "
uniVers", targato 2007: prog metal molto melodico, carico e power quanto basta, con linee vocali strepitose pur non contando su un'ugola dal timbro acutissimo; ciò nondimeno la voce di Danny, mastermind della formazione, ha un che di affascinante, un pò alla Dave Gahan.
Troverete, in questo album, 12 brani di rara bellezza, intrisi di potenza, melodia e tecnica sopraffina: dall'opener "
Land of Lies", all'elettronica "
Common Ground", passando per gemme del calibro di "
Total Existance Failure" (che ritornello!), "
Lost", e la meravigliosa, ultima traccia "
I am the Revolution".
Continuamente ed immotivatamente paragonati agli A-Ha, per la loro vena melodica molto '80s, i Voyager hanno saputo costruirsi nel tempo uno stile inconfondibile, merito indiscusso del bravissimo Danny Estrin e delle sue strepitose tastiere, ma altrettanto imputabile ad una line-up fantastica, che sfoggia una sezione ritmica solida e possente, e consente alle due chitarre di "riffare" in maniera selvaggia, o di puntellare e tinteggiare di colore le composizioni di Danny. Non discuto che, nell'amalgama sonora dei Voyager, siano presenti accenni e suggestioni pop, ma è altrettanto vero affermare di trovare echi di Mozart, Dark Tranquillity, Symphony X..... Mi sembra un pò riduttivo, per rendervi un'idea di come suonano i Voyager, farvi pensare a "Take on me"! E' un lavoro che ho ascoltato più e più volte, per avere la certezza di poter finalmente affermare: "era ora, ho finalmente trovato una band che mi conquista, mi stupisce, mi convince, mi affascina".
Consiglio vivamente almeno l'ascolto dei
Voyager; questo disco merita, merita, merita.