Questi
Paganizer sono tanti anni che si aggirano nei meandri del Death Metal europeo, sempre con la solita ricetta stilistica, fermentata tra l'altro anche da personaggi come Rogga, già cantante degli Edge Of Sanity. La loro dedizione alla causa non dovrebbe suscitare dubbi nei confronti di nessuno, è sincera e devota, però questo evidentemente non basta del tutto.
Scandinavian Warmachine nella sua essenza vive di contrasti dove in alcuni momenti emergono buone idee e in altre è l'appiattimento più totale, e in questo non aiuta certo una durata troppo alta: 55 minuti per sedici canzoni, fra cui alcune praticamente inutili, è troppo. Per i Paganizer il tempo deve essersi fermato nella prima metà degli anni 90 anche a livello di produzione, con quelle chitarre sporche ma anche aggressive e asciutte, e questo è uno dei loro punti a favore che farà la gioia di chi mastica con fervida ostinazione questo modo di concepire il Death Metal. La velocità dei brani non è mai elevata anzi non sono pochi i rallentamenti e i tempi medi su cui vengono strutturate le linee melodiche. Quello che manca - e che purtroppo è una caratteristica ben distribuita in tutto il disco - è una continuità di idee valide che non soffrano la mancanza di ispirazione. Spesso la noia prende il sopravvento. Certe cose ultimamente le fanno in modo realmente devastante gli Unleashed, quindi se è proprio il caso di scegliere meglio buttarsi a capo fitto sui loro colleghi, oltre che connazionali. In ultimo vorrei segnalare una cosa; so da me che l'apparenza inganna e soprattutto non è la sostanza delle cose, in modo particolare nel mondo della musica, ma nel 2009 è possibile avvalersi di un grafico quanto meno discreto? E' fastidioso agli occhi vedere ancora certe copertine che rasentano il fondo e in alcuni casi continuano a scavare ancora più sotto. Solo per devoti alla causa.
Non è ancora stata scritta un'opinione per quest'album! Vuoi essere il primo?
Non è ancora stato scritto nessun commento per quest'album! Vuoi essere il primo?