Alla media di un disco ogni due anni gli americani
August Burns Red si ripresentano a tutti voi con questo
Constellations, ennesima bordata Metalcore più tendente ad un certo ...core plastificato che ad un Metal totale. Ormai si è detto tanto su questo fenomeno musicale e di certo non sarò io a ripetermi in questa sede, ma una cosa nei confronti di questo gruppo va sottolineata: la loro sincera e diretta aggressività. Difficilmente abbassano i giri dei loro vortici, anzi li mantengono in vita grazie a degli up tempo che sprigionano in continuazione una sorta di frenesia nel tentativo di sfogare a terra tutto lo stress accumulato. Certo, dalla produzione a tutta l'estetica che gira in torno agli August Burns Red è un crocevia di cose viste e riviste centinaia di volte, però almeno in questo caso non fungono da classico contenitore ricco di etichette ma privo di qualsiasi sostanza. L'unico difetto che dovrebbero smussare è una omogeneità che in alcuni momenti stanca e rischia di far perdere l'attenzione a chi ascolta, ecco quindi che appena inizia Meridian è come risvegliarsi un po' dal torpore di tonnellate di riffs affilati. Una canzone melodica, con un forte retrogusto malinconico, il giusto break prima degli ultimi due attacchi frontali. Non c'è molto altro da aggiungere; se vi piacciono le voci al vetriolo, in continuo odore di disperazione, dei riff semplici e "spacca collo", aggiunti ad un sezione ritmica che difficilmente si riposa, allora questi August Burns Red possono fare al caso vostro. Ovviamente non va dimenticato tutta l'impalcatura maggiormente modaiola e un po' artificiale ma per una volta si può anche chiudere un occhio.
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