Strana creatura quella guidata da Blackie Lawless.
Inizialmente fattisi notare più per l'attitudine trasgressiva ed oltraggiosa, espressa ad esempio in brani come "Animal (I Fuck Like A Beast)" o "I Wanna Be Somebody", i
W.A.S.P. hanno poi fatto un enorme salto di qualità con lavori di spessore quali "The Headless Children" e "The Crimson Idol", capisaldi di una carriera discografica comunque invidiabile. Ed ora eccone un nuovo tassello: "Babylon", con la vociona calda ed abrasiva di Blackie Lawless immediatamente riconoscibile e piazzata lì a marchiare a fuoco le canzoni, sin dall'opener "Crazy", dinamica, ispirata e W.A.S.P. al 100%, ed al confronto della quale la seguente "Live to Die Another Day", per quanto valida, sembra mancare di tiro e personalità. L'album riparte in quarta con la galoppante "Babylon's Burning", dalle melodie ed un chitarrismo che strizzano più di un occhio agli Iron Maiden e che ne fanno uno dei pezzi più riusciti dell'album grazie, oltre alla solita prova di Lawless, anche a quella del chitarrista Doug Blair e del batterista Mike Dupke.
"Burn" sa invece di ... Deep Purple ... e si tratta, infatti, di una riuscita cover, dove Blair manifesta tutta la sua versatilità, un brano storico che a forza di
fuoco e fiamme si incastra anche liricamente alla perfezione tra la precedente "Babylon's Burning" e la successiva "Into The Fire", che poi si rivela uno di quei momenti intensi e drammatici che tanto piacciono e riescono a Blackie Lawless. Una soluzione, questa, ritentata sul finire del disco con l'introspettiva ma meno riuscita "Godless Run", dove comunque incappiamo in un guitarwork da paura, sopratutto nella fase solista. Ma prima i W.A.S.P. non si trattengono dal randellare a destra e a manca con la rockeggiante "Thunder Red" e pure con la più quadrata ed heavy "Seas of Fire".
Chiusura del disco nuovamente all'insegna del Rock'n'Roll con un altro omaggio, rivolto sì a Chuck Berry, autore di "Promised Land", ma credo sopratutto ad Elvis Presley che la reinterpretò sull'omonimo album del 1975.
Nonostante siano incluse ben due cover e facciano capolino un paio di brani meno ispirati, "Babylon" resta sicuramente uno dei dischi più riusciti di un 2009 ormai agli sgoccioli.
With the Four Horsemen Ride... or choose your fate and die!
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