Copertina 7

Info

Genere:Heavy Metal
Anno di uscita:2002
Durata:47 min.
Etichetta:Atrheia
Distribuzione:Edel

Tracklist

  1. THE SOUL COLLECTOR
  2. INSIDE YOUR SOUL
  3. MASSACRE TRILOGY I - SAILING IN THE SEA OF SORROW
  4. MASSACRE TRILOGY II - TO TAME A LAND
  5. MASSACRE TRILOGY III - FIVE HUNDRED'S ENOUGH
  6. SAVIOR
  7. THE VISION
  8. LEGIONS OF FATE
  9. LIVING IN TROUBLE PART I
  10. LIVING IN TROUBLE PART II
  11. NO COMMAND
  12. FALLING IN DISGRACE
  13. PERFECT STRANGERS (BONUS)

Line up

  • Michael Polchowicz: vocals
  • Eduardo Martinez: guitars
  • Nando Mello: bass
  • Aquiles Priester: drums

Voto medio utenti

La Atrheia Records ha deciso di distribuire anche da noi il secondo album degli Hangar, originariamente uscito l'anno scorso, a cura della Die Hard, per il solo mercato brasiliano. Credo che il motivo principale dietro questa decisione, sia legato alla presenza dietro la batteria del gruppo brasiliano, di Aquiles Priester, attualmente anche negli Angra. Sarà anche un'operazione che puzza un po' di opportunismo, ma d'altra parte sarebbe stato un vero peccato lasciare nella naftalina questo album. "Inside Your Soul" inizia malino con un'intro inutile e la title track che migliora solo con lo scorrere del tempo, certo che poi l'album si chiude alla grande con la cover (non segnalata sul booklet!) di "Perfect Stranger" dei Deep Purple. Ma le cose avevano già iniziato a prendere il verso giusto con "The Massacre Trilogy" che credo tratti della colonizzazione del Brasile, e che si snoda in tre parti: un brano ambizioso e pienamente riuscito che esprime pienamente il potenziale del gruppo. Lungo tutto l'album in gran spolvero la voce di Michael Polchowicz ed anche il drumming di Aquiles, che ha anche collaborato con Paul DiAnno sul discreto "Nomad" e seguente tour; peccato che i suoni non siano propriamente al top, sopratutto per quanto riguarda la doppia cassa. Già, doppia cassa, infatti gli Hangar non si tirano davvero indietro quando c'è da pestare, unendo così un buon potenziale energico ad un songrwriting ed abilità decisamente sopra la media. Non che ci si trovi di fronte a chissà che innovazioni: si tratta sempre di Heavy Metal a cavallo tra il power, il prog, classic uniti ad un feeling tipicamente brasiliano, ma certi spunti di classe (come su "To Tame a Land") non sono da tutti. "Savior" si apre su un riff al limite del thrash e si mantiene cattiva sino al breve interludio di "Legions of Fate" che anticipa "Legions of Fate", dove gli Hangar danno maggior enfasi al lato tecnico e compositivo del gruppo, un brano vicino allo stile dei Symphony X ma che mi ha ricordato anche i nostrani Secret Sphere. "Living in Trouble", in entrambe le sue parti, è un ritorno all'aggressività (sempre ben scandita da Aquiles), anche a livello di liriche, stranamente ingenue e banali, trattando però del solito headbanger discriminato. Michael non mi sembra così a suo agio in questo contesto, ed infatti per avere delle vocals più cattive, ad aprire e concludere "No Command" gli Hangar fanno ricorso al chitarrista Eduardo Martinez. L'Heavy Metal abbastanza tradizionale sulla conclusiva "Falling In Disgrace" precede la bonus track finale che è invece un tributo ad uno dei gruppi più importanti della scena Hard di tutti i tempi. Buona l'impressione che rimane dopo l'ascolto di "Inside Your Soul", e sarebbe un vero peccato se il gruppo finisse per essere messo da parte per gli impegni di Aquiles Priester con gli Angra.
Recensione a cura di Sergio 'Ermo' Rapetti

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