Continua con passo costante e coerente la carriera dei nostrani
Criminal Hate, fautori di un discreto Black/Death Metal melodico. Adesso con questo nuovo
Ataraxia giungono al loro debutto discografico, consegnando alle stampe un album tutto sommato piacevole, pregno di quelle atmosfere che fanno del lato più estremo l'aspetto bestiale, e di quello più oscuro e sinfonico il suo esatto controbilanciamento. Quello che ne esce fuori è un prodotto che non rinuncia affatto alla violenza, ma almeno non cede a certe pacchianerie troppo elaborate e pompose. In alcune canzoni come ad esempio The Curse Of Anubis (la migliore del lotto) la band offre uno spaccato abbastanza completo del suo stile: si passa da accelerazioni brucianti a rallentamenti sulfurei, il tutto arricchito da quel tocco sinfonico che non è mai troppo invadente, funge più che altro da tappeto sonoro che arricchisce e dona atmosfera. I Criminal Hate comunque non rinunciano mai alla tradizione, e quindi giù con riff tirati e taglienti, un omaggio al Black Metal nordico che ad ogni modo allontana lo spettro dei Cradle Of Filth in favore di qualcosa di più cattivo. La produzione non è eccessivamente elaborata, anzi mantiene un approccio live e abbastanza grezzo, adatto quindi ad uno stile che fa della veracità un suo principale punto di forza. Da segnalare anche Empire Of Insanity, il brano più sinfonico nell'insieme, come non passa inosservato nemmeno un concept ovviamente dedito a tematiche antireligiose, con tutti i vizi e le virtù del caso. Che queste cose non mettono più paura a nessuno è cosa risaputa, che però si sposino (ops!) con un genere simile anche.
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